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Margherita HackDI COSA è MORTA MARGHERITA HACK, LE CAUSE DELLA MORTE – Proprio questa mattina è giunta la notizia da RaiNews 24, che l’astrofisica amatissima in tutta Italia, e nel mondo, Margherita Hack è venuta a mancare (precisamente alle 10.50). Aveva da poco compiuto 91 anni, esattamente il 12 giugno scorso. Nata a Firenze nel 1922 è una delle astrofisiche più importanti del ventesimo secolo, fiorentina doc e toscana in tutto e per tutto la Hack non è famosa solo nel mondo scientifico ma anche per il suo impegno nel campo sociale e politico. Per due volte, infatti, è stata candidata di sinistra alle elezioni regionali, nel 2005 in Lombardia e nel 2010 nel Lazio, nel 2006 e quest’anno si era candidata alle elezioni politiche, appoggiando Nichi Vendola. L’astrofisica novantenne Margherita Hack aveva deciso di non operarsi al cuore nonostante un riacutizzarsi di alcuni problemi cardiaci. «Preferisco così, volevo stare in pace, inutile campare cinque anni di più male, meglio stare a casa con il mio lavoro e i miei animali», aveva spiegato.

L’AMORE PER IL SUO LAVOROMargherita Hack è stata la prima donna in Italia a dirigere un osservatorio astronomico e ha contribuito in modo considerevole alla ricerca per lo studio delle stelle pubblicando numerosi lavori originali su riviste internazionali e libri sia divulgativi che universitari. Ha ricevuto riconoscimenti importanti sia nel mondo della scienza che in quello dei diritti civili. Si è battuta per la tutela degli animali ed è vegetariana convinta sin da bambina. Come segno di riconoscimento le è stato anche intestato l’asteroide 8558 Hack. Si è sempre fatta riconoscere per la sua capacità di far sorridere ma anche per le sue capacità intellettuali.

ADDIO MARGHERITA – La notizia della sua scomparsa oggi sconvolge non solo il nostro paese ma anche tutto il mondo scientifico. Vogliamo ricordarla con una delle sue citazioni da sempre più apprezzate: “Nella nostra galassia ci sono quattrocento miliardi di stelle, e nell’universo ci sono più di cento miliardi di galassie. Pensare di essere unici è molto improbabile.” (Intervista dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, 2001).

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