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Era senza dubbio l’ospite più attesa di questa puntata di Verissimo: tutti aspettavano da quando era stata annunciata, che Serena Bortone si confessasse alla Toffanin.
E le aspettative sono state soddisfatte, infatti  la Bortone si è tolta tutti i sassolini dalle scarpe sul caso censura in Rai e molto altro.

Complice l’uscita del suo libro ”A te vicino così dolce”, Silvia Toffanin riesce a scucire qualche rivelazione sull’infanzia di Serena Bortone.
A quanto pare, Serena era determinata e testarda come adesso, racconta come ai tempi delle scuole elementari, una delle suore la appellava come troppo polemica.
Addirittura racconta di quando, sempre da bambina, era salita su un palco per parlare di giustizia sociale in occasione della missione di un parroco della sua chiesa.
A quell’evento era presente Giulio Andreotti che disse che tutti avrebbero avuto paura di fare quello che invece è stata capace di fare una bambina. E lei ritiene che queste parole siano state la sua benedizione per andare sempre avanti di testa sua. E nelle ultime settimane lo ha dimostrato.

”Non ho paura di ciò che accadrà” Serena sulle polemiche post censura

Arriva il momento topico dell’intervista: Silvia Toffanin va ad affrontare l’argomento più caldo delle ultime settimane, il caso Scurati e le censure in Rai.
Dopo che Serena Bortone ha letto il monologo dedicato al 25 Aprile nonostante la Rai lo volesse oscurare, si è vociferato di un provvedimento.
La Bortone ha commentato così:

Io sono molto tranquilla, non ho particolare ansia né particolare eccitazione. Nella vita cerchiamo sempre di fare la cosa giusta, l’importante è non fare la cosa sbagliata. Detesto l’autocompiacimento e quando ci casco me ne vergogno. Sono molto tranquilla, poi sai gli attacchi sui social mi fanno molta tenerezza. Provo tenerezza per chi passa le giornate sul computer ad offendere gli altri attraverso uno schermo invece di stare fuori o leggere un libro, io sono un personaggio pubblico e so che ci sono onori ed oneri, ma non mi piace fare la vittima. Sono una orgogliosa dipendente del servizio pubblico, nella vita si paga un prezzo per tutto, ma l’assenza di libertà sarebbe troppo.

La Bortone insomma si dimostra Serena di nome e di fatto, è pronta a prendersi le sue responsabilità qualora dovesse arrivare un provvedimento da Viale Mazzini.
Quello che conta per lei è essere a posto con la coscienza e aver fatto la cosa giusta, ossia parlare dell’importanza del 25 Aprile e dare voce ad Antonio Scurati che era stato censurato.
Che sarà sarà non è solo il titolo della sua trasmissione quindi, ma anche il suo motto.

”Mi ignoravano per ascoltare i colleghi maschi” Le discriminazione nel mondo del lavoro

Poi Silvia Toffanin la interroga sulla sua esperienza lavorativa, su come è stato essere una donna in mezzo agli uomini nel mondo del giornalismo.
La Bortone rivela quindi di aver subito numerose discriminazioni perché donna.

La voce femminile, non solo la mia, faceva fatica ad affermarsi ed è colpa di un sistema patriarcale in cui siamo cresciuti. Nelle riunioni io dicevo qualcosa e venivo totalmente ignorata, mentre quando parlava un collega maschio ascoltavano tutti e riprendeva le mie parole dicendo ”Come ha detto Serena” e lì ascoltavano.

Sempre per quanto riguarda il mondo del lavoro ma anche nella vita privata, la Bortone rivela di essere molto ”fumina”.
A quanto pare la sua mossa è quella di battere il tacco a terra per esprimere la sua rabbia.

Io sono un po’ una problem solver, se c’è qualcosa che non va arrivo io. Mi danno fastidio gli imbrogli, le ingiustizie e il pressappochismo. Mi arrabbio spesso, poi mi sento in colpa perché sono cattolica. Ma ho imparato a coccolare il mio dolore.

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