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Giornata importante quella del 25 maggio per la Rai in quanto sono state ufficializzate le nuove nomine dei suoi vertici. Per chi segue la tv pubblica è balzato all’occhio il siluramento di Stefano Coletta (resterà nell’azienda ma in un nuovo ruolo assai meno influente per quel che riguarda i palinsesti della rete ammiraglia). Prima di addentrarsi e capire a cosa potrebbe portare il ‘defenestramento’ del dirigente, è bene riassumere cosa è stato deciso dal CdA che ha vagliato le nuove proposte dell’AD Roberto Sergio, il quale ha previsto anche la nascita di nuove aree organizzative. Vale a dire la Direzione Coordinamento Iniziative Strategiche “quale punto di riferimento strutturato e di coordinamento delle attività riferite in particolare al Piano Industriale, al Piano di Sostenibilità e al Contratto di Servizio”, come si legge nella nota stampa diffusa dalla Comunicazione Rai. E quella riguardante la nuova Direzione denominata Radio digitali specializzate e podcast per quanto riguarda l’area editoriale radiofonica.

Questi i nomi dei nuovi vertici di Viale Mazzini che porteranno alla nascita della cosiddetta Rai “Meloni”:

  • La Direzione Intrattenimento Prime Time passa da Stefano Coletta a Marcello Ciannamea;
  • Stefano Coletta va al posto di Ciannamea alla Distribuzione;
  • L’Intrattenimento DayTime passa da Simona Sala ad Angelo Mellone;
  • L’Approfondimento finisce nelle mani di Paolo Corsini;
  • La Direzione Cinema e Serie Tv va ad Adriano De Maio;
  • La Direzione Contenuti Digitali va a Maurizio Imbriale;
  • Simona Sala finisce a Radio 2;
  • La nuova Direzione Radio digitali specializzate e podcast va a Marco Lanzarone;
  • Monica Maggioni passa dal Tg1 alla Direzione Editoriale per l’Offerta informativa.

Per quel che riguarda le testate giornalistiche, ecco il quadro completo:

  • Al Tg1 Gian Marco Chiocci;
  • Al Tg2 Antonio Preziosi, che lascia Rai Parlamento;
  • A Rai Parlamento Giuseppe Carboni;
  • Al Giornale Radio e Radio1 arriva Francesco Pionati;
  • Jacopo Volpi diventa Direttore di Raisport e del relativo Genere.

Stefano Coletta via dall’intrattenimento, scenari futuri

Come si diceva, il posto che Coletta ha dovuto lasciare potrebbe avere non poche ripercussioni sulle scelte del palinsesto. Un primo assaggio lo si è avuto con l’addio alla Rai di Fazio (in questo caso Coletta non c’entrava nulla, ma può essere visto come un antipasto dell’aria che tira a Viale Mazzini). Tenere d’occhio il Festival di Sanremo: li si potrebbero vedere dei cambiamenti importanti. Amadeus resterà quasi certamente al suo posto, salvo colpi di scena (ha pure dalla sua un contratto già firmato). La rivoluzione, però, potrebbe essere nei contenuti.

Coletta, uomo di tv, non è mai entrato in merito a questioni politiche. Se uno spettacolo funziona, avanti. Rai ‘Meloni’ (e pure ‘Salvini’), però, si sa che è sensibile a certi temi. Non è la prima volta che esponenti di centrodestra lanciano chiari segnali a Sanremo e ad Amadeus, richiamandosi alle ‘tradizioni’ e criticando la scelta dei modi di vestirsi di alcuni artisti, senza parlare di ciò che si è detto del bacio di Fedez e Rosa Chemical. Insomma, per farla breve, può darsi che si vedrà un Festival più tradizionale nel 2024.

Le nuove nomine potrebbero anche far sì che Flavio Insinna resti orfano dell’Eredità. Si mormora che Pino Insegno, amico di Giorgia Meloni, sia in pole position per sostituirlo. C’è anche il caso di Serena Bortone che, nonostante i buoni risultati di Oggi è un altro giorno, potrebbe essere defenestrata (qualche ben informato sostiene che il centrodestra la ritenga troppo di “sinistra”, da qui la volontà di darle il benservito).

Posto assicurato invece per quei conduttori che vanno bene per tutte le stagioni tv (Fazio non va bene, come ha detto lui stesso). Giusto per fare due nomi, Carlo Conti e Milly Carlucci dormono sonni tranquilli. I loro show sono salvi. Anche Antonella Clerici, il cui ritorno in tv è stato caldeggiato fortemente proprio da Coletta, rimarrà al suo posto, anche se proprio nelle scorse ore la conduttrice ha lanciato una frecciata alla Rai.

Un discorso a parte meritano le fiction. In questo caso non c’è alcuna questione politica. Quelle che hanno avuto successo quest’anno, torneranno in onda anche l’anno prossimo.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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