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Ci sono degli incubi da cui fuggire, da cui scappare a gambe levate senza voltarsi indietro. Televisivamente parlando si spiega così la fuga di telespettatori da due novità del palinsesto generalista, entrambe proposte nel prime time di mercoledì 10 aprile: trattasi di Forte e Chiara (Rai Uno) e della prima puntata della nuova stagione de La Pupa e il Secchione (Italia Uno). Due programmi differenti (il primo un varietà, il secondo una sorta di reality show) ma accomunati da un fattore fondante che è alla base di entrambi i flop: la caratteristica della mancanza di “spirito del tempo”.

Prima di addentrarsi nelle motivazioni relative al mancato appeal di queste trasmissioni è bene dare un’occhiata ai numeri dell’Auditel. Forte e Chiara ha conquistato 2.176.000 spettatori pari al 13.9% di share, La Pupa e il Secchione ha coinvolto 957.000 utenti con il 5.87% di share. Già così sarebbero numeri da allarme rosso. Se poi si considera che entrambi gli show erano alla prima puntata e quindi avevano la spinta dell’effetto novità, si comprende ancor più rapidamente che tali dati sono insufficienti. Nelle prossime puntate, salvo colpi di scena, dovrebbe andare peggio.

Come si diceva, lo show di Chiara Francini e quello timonato da Enrico Papi sono due cose assai diverse. Il primo un varietà, il secondo una specie di reality misto factual. Il fil rouge che li lega è quella del “già visto”. Negli ultimi anni l’avvento dei social e, più in generale, la rivoluzione tecnologica ha cambiato il modo di visione del pubblico e le esigenze degli spettatori. Anche quelli più passivi sono ormai stufi di vedere in tv cose ‘costruite’, avendo acquisito più competenze.

Francini che finge con Luca Argentero uno scambio di battute salaci è roba che poteva funzionare 20 anni fa. Papi che dirige una ‘ciurma’ di personaggi che fingono di essere in cerca d’autore ha l’effetto di presa per il naso per gli utenti nella cui testa frullano le seguenti domande: “Davvero pensate che crediamo ancora a questa roba? Davvero il nuovo che avanza è un minestrone trash che ha ormai esaurito tutta la sua carica?”.

Il problema non sono le Chiara Francini o gli Enrico Papi. O almeno non sono il problema principale che invece è da rintracciare in format e generi televisivi che non hanno più ragione di essere proposti per il semplice fatto che non sono più attuali essendo superati. La Rai aveva avuto simili segnali poche settimane fa, con lo spettacolo di Virginia Raffaele, fior fior di comica che però, calata in un format vetusto, è risultata indigesta. C’è un disperato bisogno di idee nuove. Vedere La Pupa e il Secchione nel 2024 è come assistere a un incubo televisivo. Non rimane altro da fare che fuggire verso altri lidi del piccolo schermo.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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