Skip to main content

Se il buongiorno si vede dal mattino, si profilano tempi duri per Forte e Chiara, varietà in stile one woman show con protagonista Chiara Francini. Rai Uno riprova a dare lustro a un genere televisivo in apnea da anni. L’inizio, almeno a giudicare dal termometro social, non è stato dei più sfolgoranti. Anzi, è stato da incubo. Nessuno mette in dubbio il talento cristallino dell’attrice fiorentina. Ma il teatro e i set cinematografici sono una cosa, la tv nazional popolare un’altra. Pronti via, come è giusto che sia, il programma ha tentato di giocare la carte di un super ospite, vale a dire Luca Argentero, volto simbolo della fiction Rai. Doc – Nelle tue mani è una serie che ha dimostrato di essere in grado di registrare vagonate di ascolti. Dunque perché non sfruttare l’onda di siffatto successo e non chiamare il suo protagonista? Ma qui si ritorna al problema iniziale: la fiction è una cosa, il varietà un’altra.

Argentero si è presentato in studio per soccorrere un finto svenimento della Francini; è seguito uno sketch tête-à-tête tra i due attori, con battute salaci. Tutto molto recitato. Le battute sono state azzeccate, ma il problema vero è quello della spontaneità. Quando al pubblico non arriva immediatezza e il programma dà la sensazione di essere ‘costruito’ e preconfezionato, il rischio di scadere nella noia diventa molto alto. E non a caso diversi telespettatori si sono riversati sui social e hanno fatto piovere critiche.

“Era quasi meglio lo spot del programma… Per ora di una noia mortale”, ha tuonato un utente. “Non so se sia più la noia o il cringe”, l’eco di un altro spettatore. C’è anche chi ha fatto il paragone con lo show di Virginia Raffaelle in onda su Rai Uno poche settimane fa con risultati di Auditel non proprio entusiasmanti: “Temo che questo programma farà la stessa fine dello show di Virginia Raffaele, tanto entusiasmo da parte degli addetti ai lavori ma ascolti disastrosi…”. Altri si sono accodati a tale previsione: “Sarà record… in termini di flop della prima serata”; “Se tutto il programma sarà così, manco il 10%”; “Non vorrei essere Chiara Francini che guarda i dati domattina alle 10”.

I mugugni non sono finiti qui. Durante l’ospitata di Argentero infatti le lamentele sono state copiose. “È tutto decisamente noioso e sconclusionato o sbaglio?”, la sferzata di una spettatrice. “Amo Chiara ma è tutto eccessivamente programmato, n0 spontaneità”, ha chiosato un’altra internauta. E ancora: “Chiara che non guarda in camera, Argentero poco convincente. Deludente l’inizio”; “Mi piace molto Chiara Francini ma non la vedo bene. Finora sembra un contenitore di fiction”; “Mi piace Chiara Francini come attrice, soprattutto a teatro. Ma la televisione ed il varietà sono altro, la trovo fuori contesto, troppo eccessiva e anche ripetitiva nel suo personaggio, le do altri 10 minuti al massimo”; “Un po’ un minestrone senza capo ne coda. Ma è solo l’inizio…”; “Vabè, facciamo che cambio canale. Ciao”.

“Un genere di avanspettacolo finto e superato, passo alla Gialappa’s Show”, ha fatto sapere un altro spettatore. Ed è proprio questo il tema vero su cui ragionare. Il varietà, così come lo si è conosciuto, ha ancora senso proporlo? In un mondo in cui l’immediatezza la fa da padrone, in cui i social hanno reso ‘cringe’ e vetuste gag studiate a tavolino, in cui lo spettatore ormai ha esigenze differenti rispetto ad anni fa e ha la necessità di un qualcosa di vero o che per lo meno assomigli al reale, c’è ancora spazio per certi programmi? La risposta esatta, probabilmente, è quella più amara: no!

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

Lascia una risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.