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Inutile girarci attorno: sono in molti ad avere il cuore in gola per il decorso della malattia di Silvio Berlusconi, contagiato dal coronavirus. E non perché si pensa che dal San Raffaele dicano bugie (nell’ultimo bollettino il medico Zangrillo ha parlato situazione “stabile, regolare, cauto e ragionevole ottimismo”). Semplicemente perché il leader di Forza Italia ha 83 anni (il 29 settembre ne compirà 84) ed ha delle battaglie di salute pregresse (problemi alla prostata e al cuore). Infatti in ambiente ospedaliero si parla di paziente “fragile”. Per capire le reali condizioni dell’ex premier, il Corriere della Sera ha raggiunto Massimo Clementi, direttore del laboratorio di microbiologia e virologia del San Raffaele che ha spiegato nel dettaglio come Berlusconi è curato e cosa è risultato dal suo tampone (“alta carica virale”).

Berlusconi viene curato con il Remdesivir: parla il virologo Clementi del San Raffaele

Clementi, quando gli viene chiesto come stia realmente il Cavaliere, precisa che “non è sottoposto a ossigenoterapia e non lo è mai stato (l’ossigenoterapia è un aiuto, a chi ha problemi ai polmoni, per respirare meglio, ndr)” e che “ora sta seguendo una terapia con antivirali”. Più precisamente sta assumendo il Remdesivir, l’unico farmaco anti-virale finora “autorizzato dagli enti regolatori per la cura di infezioni da virus Sars-Cov-2″. Si tratta di una terapia realizzata per combattere l’Ebola, “non è specifica per il nuovo coronavirus, ma funziona anche in questo caso, se utilizzata nelle fasi precoci”. Tale cura può essere effettuata solo nelle strutture sanitarie. Per questo il politico è stato ricoverato e non è rimasto ad Arcore, racconta Clementi.

Il tampone di Berlusconi ha “una carica virale alta”

Si è parlato di principio di polmonite bilaterale allo stadio iniziale. Cosa significa nel dettaglio? Altrimenti detto: cosa cambia rispetto a quelle persone che a marzo e aprile sono state colpite dal virus finendo intubate nei reparti di terapia intensiva? Clementi, sempre al quotidiano di via Solferino, è chiaro sulla vicenda: “Berlusconi non è andato incontro alla famosa tempesta citochinica (che provoca uno stato di infiammazione generalizzata dell’organismo, richiede cure speciali e, nello scorso marzo, ha provocato tante morti, ndr). Sta solo combattendo contro il virus e dal punto di vista respiratorio le cose stanno andando bene”. Si passa al capitolo tampone: l’imprenditore milanese ha fatto molti tamponi nei giorni scorsi, risultati tutti negativi. Eccetto l’ultimo che ha rivelato la positività e aveva  “una carica virale alta”. “E questo è stato un elemento che ne ha suggerito il ricovero e l’uso di antivirali“, sottolinea Clementi. E ora? Cosa accadrà?

Clementi su Berlusconi: “Bisogna aspettare almeno una settimana per valutare l’evoluzione”

Clementi spiega che al momento Berlusconi resta monitorato costantemente e si sta aspettando che le cure facciano effetto così da “diminuire la carica virale. Ma occorre almeno una settimana (meglio dieci giorni di tempo) per valutare l’evoluzione”, fa sapere il virologo. Si è molto parlato, in modo anche inappropriato, di untori. Alcuni hanno insinuato irragionevolmente che dietro al contagio del Cavaliere ci fosse Briatore, poi i figli. Dal tampone, si può risalire al giorno esatto del contagio per fare finalmente chiarezza e mettere a tacere le malelingue? “No. Alcune persone diventano positive, dopo il contatto con infetti, in tempi brevi, altri richiedono tempi più lunghi”. conclude Clementi.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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