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Tommaso Zorzi a ruota libera: intervistato dalla testata Fanpage.it, l’influencer milanese ha affrontato svariati temi. Dalla mancata approvazione del Ddl Zan, alle opinioni sul Grande Fratello Vip 5 e 6, fino alle esperienze televisive che lo hanno visto protagonista dopo la vittoria del reality show condotto da Alfonso Signorini. Insomma, tanta carne messa sul fuoco. Naturalmente non è mancato nemmeno un intervento su Drag Race Italia, format che lo vede nella veste di conduttore e che sbarcherà a breve su Discovery.

Anche se usa toni leggeri, rappresenta un fenomeno di cambiamento enorme – dice Zorzi a proposito di Drag Race Italia, tornando poi sulla scelta di dire addio a Mediaset -. “So quello che voglio fare e come. Ad oggi non mi sarei sentito a mio agio a condurre un programma sulla tv generalista, parlerei ad un pubblico che non è il mio”.

L’influencer si è speso molto sul Ddl Zan, affossato di recente al Senato. Secondo Zorzi è necessario che ora non si spengano i riflettori sul tema relativo all’omotransofia. Per quel che riguarda il fatto che il Ddl sia stato incardinato verso un vicolo cieco in Parlamento, parla di “grande sconfitta: la legge Zan merita di esistere in un paese civile e fino a quando non lo sarà all’Italia mancherà sempre un tassello“.

Tommaso precisa che “aggiungere diritti ad una categoria di persone non toglie diritti ad altre” che non c’è alcuna “libertà nell’offendere e denigrare altri che rappresentano una minoranza”.Allora – prosegue – è giusto che la loro libertà venga limitata. Inoltre è una legge che esiste in tutti i paesi europei, perché dobbiamo essere sempre il fanalino di coda?“.

Circa l’esultanza di alcuni senatori del centrodestra quando il Ddl è stato affossato, parla di “specchio triste della realtà politica italiana”. Dall’altra parte sottolinea che per molti cittadini del Bel Paese la condanna “dell’omotransfobia non è nulla di rivoluzionario, anzi. Rivoluzionario sarebbe ben altro, sarebbe vedere una donna trans che fa pubblicità per assorbenti, per dire, e io sarei il primo a produrla”.

Zorzi è convinto che la discussione sul Ddl Zan è stata “solo un gioco politico”. Una sorta di “tiro alla fune con i diritti delle persone per i loro tornaconti, mi fa inca…are. C’è sotto del marcio e di questo fanno le spese i ragazzi che a Ferrara qualche giorno fa sono stati vittime di un attacco neofascista da parte di altri ragazzini invasati, che si sentono legittimati a farlo perché per loro l’affossamento del ddl equivale alla libertà di agire in questo modo e questo è molto sbagliato”.

Personalmente per Tommaso l’esporsi a favore del Ddl Zan si lega con il Grande Fratello Vip: motivo? “Io mi rivolgo ad un bacino di utenza figlio del Grande Fratello, quindi uno spaccato d’Italia, e ogni volta che parlo del ddl Zan e di diritti io perdo follower. Una parte di loro va via perché non è d’accordo, l’altra forse perché mi segue solo per i siparietti trash che, ammetto, mi divertono molto”.

Il pubblico conta, certo, ma fino a un certo punto ed entro certi limiti. Zorzi riflette sul fatto che abbia quasi 2 milioni di ‘seguaci’ su Instagram, cioè parecchia visibilità. Oltre ad argomenti leggeri e siparietti, c’è la cosiddetta ‘ciccia’ “per veicolare messaggi che ritengo importanti. Dal fare questo genere di discorsi sui social non me n’è mai tornato niente, anzi”.

I social, per alcuni maleducati, sono zona franca in cui sfogare frustrazioni, malcontenti e insulti gratuiti. Il giovane milanese lo sa bene, visto che è una situazione che prova sulla sua pelle quotidianamente: “La gente spesso mi insulta e a volte calca la mano magari pensando che io non legga mai i loro commenti, “crepa”, “che ti venga l’aids”… Molti però sono anche fieri di seguire una persona che si espone”.

Il mondo degli influencer è variegato e ognuno sceglie di combattere le battaglie che vuole. Sul tema Zorzi non disdegna delle stoccate ad alcuni suoi colleghi: “Ho visto tanti influencer che quel giorno (quello dell’affossamento al Dddl) hanno fatto finta di niente. Io non l’ho fatto perché sono gay, ma perché è una questione di civiltà”.

Il dente gli è rimasto avvelenatissimo perché “se reputi che questa cosa non meriti neanche una riflessione, o sei parac.lo, o comunque pecchi di superficialità”. Fendenti anche sulla tv italiana. Secondo Tommaso “non lascia mai il giusto spazio a noi giovani. Veniamo usati come “quota giovane”, ma non veniamo mai interpellati come esponenti o voci autorevoli nei grandi contenitori”.

Zorzi rileva che tanti argomenti, nell’opinione pubblica e nei talk, sono discussi soltanto da 50enni o 60enni che se “la cantano e se la suonano tra di loro“. Sicuramente ci sarà, per questioni naturali e anagrafiche, il momento in cui il Paese passerà di mano. “Allora la nuova generazione si troverà in mano una tragedia, ma fino a quel momento non saremo interpellati”, chiosa con amarezza.

Spazio poi alla sua esperienza al Grande Fratello Vip, in cui ha trionfato nella quinta edizione. Anche allora si espose su tante questioni e su diverse personalità del mondo dello spettacolo. Non risparmiò nemmeno dure critiche a Lorella Cuccarini.

“Sì, al GFVip mi sono esposto, mi sono quasi beccato una querela dalla Cuccarini. Sono riuscito a portare il Tommaso dei social in tv e una volta terminata l’esperienza ho voluto continuare su quella falsa riga. Per questo ho scelto di passare a Discovery e di prendere parte ad un progetto come quello di Drag Race, in cui mostro una parte della comunità, finalmente senza caricature. Il fenomeno da baraccone non può essere l’unica cosa che ti viene in mente quando pensi ad una Drag. Rappresenta un fenomeno di cambiamento enorme, anche se il format usa toni leggeri, ma può essere tranquillamente un mezzo per fare politica. In America è stato così”.

Parole anche sul ruolo da opinionista che ha ricoperto nell’ultima edizione de L’Isola dei Famosi. Zorzi, appena uscito dal GF Vip, si è trovato catapultato, dopo aver accettato l’offerta del Biscione, al fianco di Ilary Blasi. In merito a quella scelta spiega: “I mestieri della tv si imparano sul campo. Anche un contenitore come l’Isola, che magari non era il mio, che mi ha preso in un momento in cui ero appena uscito da sei mesi di GF quindi ancora disorientato, però è stata un’esperienza che mi ha permesso di prendere dimestichezza con il mezzo televisivo”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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