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In collegamento da Los Angeles a Domenica In Tiziano Ferro ha parlato del suo passato e delle sue cicatrici, non senza far riferimento al docu-film che ha debuttato sulla piattaforma di Amazon Prime lo scorso 6 novembre. In riferimento a quest’ultimo ha raccontato come si sia sviluppato il progetto. Argomento cruciale della pellicola è il rapporto con le sue cicatrici, la sofferenza dettata dai disturbi alimentari che lo hanno fortificato da adolescente e i suoi 20 anni di carriera musicale e professionale. La cosa fondamentale che ha voluto sottolineare Tiziano durante la sua ospitata è stata la necessità e la capacità di trasformare le proprie sofferenze in soluzioni.

“Mara ti mette a tuo agio, come se raccontassi delle cose ad un amico”, aveva dichiarato qualche tempo fa il cantante in un’intervista a Domenica In. È forse questo il motivo per cui Tiziano ha scelto le telecamere della trasmissione della Venier per raccontare del suo ultimo progetto e parlare a cuore aperto di un passato travagliato. Due argomenti che sicuramente si intrecciano e che generano nell’artista delle riflessioni dovute.

Durante l’intervista Ferro ha ammesso che ci sono cose che si imparano a vent’anni, altre le capisci a venticinque; altre ancora a trenta e, per ultimo, a quaranta. All’età di Tiziano, come recita una sua vecchia canzone Alla mia età, è necessario fare i conti con sé stessi. Prendersi la responsabilità di essere quello che si è realmente, nella vita di tutti i giorni, al di là dei riflettori o dell’aspettativa di piacere indistintamente a tutti.

Da qui, ha spiegato, nasce il desiderio di concretizzare le sue riflessioni. Il tutto è sfociato nel progetto che porta il nome di “Ferro”, di cui sopra si parlava.

“Nella vita delle persone ci sono dei passaggi, dei capitoli, poi arrivi ad un momento nel quale capisci che mantenere vive 3, 4, 5 versioni di te stesso per piacere a tutti, fa più fatica che averne una sola. Capisci che una sola versione, che porta amore e odio, è meno faticoso. A 40 anni sentivo la necessità di alzare il livello della conversazione, non è stata un’opera di coraggio, ma di necessità mia, come uomo e professionista, perché voglio di più. Ti mantiene vivo, appassionato per quello che fai, ti dà la possibilità di vedere anche dove sbagli, ed è un privilegio quando la scelta che fai è veramente tua”

Ovviamente, per lavorare sul docu-film che lo ha reso protagonista, è stato necessario scavare a fondo nel suo passato e, dunque, affrontare e riaprire delle ferite ormai chiuse da tempo. Un aspetto del genere gli ha sicuramente permesso di leggersi più a fondo e conoscersi meglio, proprio come una terapia.

Nel salotto di Mara Venier Tiziano Ferro non ha nascosto che non è tutto oro quello che luccica. Ha infatti raccontato che a vent’anni chi gli stava intorno gli chiedeva spesso chi fosse e cosa volesse dalla vita. Ma a quell’età, ha ribadito il cantante, non lo sai e non puoi saperlo con certezza. Capisci tutto dopo. Tiziano ha riflettuto, infatti, sul contorno che circonda la vita di una persona che vive sotto i riflettori. La cosa più difficile è gestire haters e fans e farli stare in equilibrio.

“Quando diventi famoso a 20 anni non sai chi sei, ma tutti te lo chiedevano, nel tempo ho imparato a rispondere. Dove c’è chi odia, se hai tanti haters hai anche molti che ti amano. Non dedicare tempo a chi ti odia, ma dedica un minuto a chi ti ama.”

E sul suo rapporto con i drammi del passato ha aggiunto:

“Le cicatrici adesso sono i miei superpoteri, guardo il mondo da quelle cicatrici. Il documentario è una celebrazione delle soluzioni, le cicatrici sono anche belle, i difetti sono anche quello che ci fanno amare le persone.”

Una delle cicatrici a cui sicuramente fa riferimento Tiziano è il contenzioso dell’immagine pubblica. A vent’anni spesso ciò che appare è il frutto di manipolazioni esterne. Non sempre chi sei è ciò che vuoi essere. Di quegli anni a Mara Venier ha ribadito:

Io non sapevo come dimagrire, iniziai a non mangiare, sono dimagrito tantissimo, ma se vedi le foto di quel periodo io ero evidentemente malato.”

E in riferimento ai problemi alimentari del passato ha ammesso di risentirsi ancora quando qualcuno involontariamente gli fa notare di essere ingrassato. Inoltre Ferro ha confessato che per lui era una sorta di “ricatto morale” fare qualcosa di concreto come dimagrire a dimostrazione che il successo che aveva se lo stava meritando tutto.

Di fatto, l’artista non ha esitato a evidenziare la necessità di far approvare una legge a sfavore della discriminazione di ogni genere che non può essere più tollerata:

“Una legge contro l’odio serve, la manipolazione, l’odio, la segregazione, l’dio, la discriminazione io glielo lasciavo fare perché pensavo che me lo meritassi. Quando fai una regola la percezione nei confronti di quella cosa cambia. A molte persone mancano i punti di riferimento, dall’azione forzata si arriva poi alla comprensione.”

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