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Temptation Island non è trash. Negli anni al programma è stata affibbiata questa etichetta scanzonata, e va bene così. Anzi no. Perché? Perché Maria De Filippi (ok, conduce Filippo Bisciglia, ma l’impronta della regina Mediaset è visibile in ogni respiro del reality) ha fatto centro un’altra volta facendo ciò che le riesce meglio: prendere dal reale e cucire con maestria, tramite gli strumenti che offre la tv (taglia e cuci in post produzione, colonne sonore azzeccate, ritmo perfetto, etc etc…), un prodotto su misura per il pubblico generalista.

La forza di Temptation è, come si accennava, il reale, come a dire il quotidiano. La tv funziona se innesca empatia, se nelle storie raccontate il telespettatore si identifica. A volte può farlo consciamente, il più delle volte lo fa inconsciamente. Ma poco importa: l’importante è appunto creare empatia. Il reality delle tentazioni, pescando dalle coppie ‘comuni’ (e questo è un altro punto di forza, non a caso l’esperimento vip è presto stato archiviato), riesce a restituire sul piccolo schermo autenticità, mostrando miserie sentimentali e guazzabugli d’amore tutt’altro che surreali.

Spulciando sui social (il programma è iper commentato in rete) ci si accorge di quanto una buona parte del pubblico è si rapito a livello empatico, ma per lo più lo è inconsciamente. Tanti trovano assurde alcune dinamiche. Eppure le osservano minuziosamente, ne parlano e commentano.

Basterebbe che ci si calasse innanzi a uno specchio interiore, esaminandosi, per scoprire che nelle miserie sentimentali mandate in onda, dopotutto, ci si ritrova un po’ tutti. Naturalmente la mente umana ragiona sovente in modo diverso, dissociandosi da alcune dinamiche seppur, a voler ben vedere, in tali dinamiche ci annaspano in molti. Altrimenti detto, guardando il reality, i più sono portati a dire: “Io sono meglio di loro, ma come si fa?”. Sicuri che sia così? Sicuri di essere migliori?

Chi non ha mai litigato con il partner perché lei guardava un altro o viceversa? Chi, vivendo una relazione duratura, non si è portato dietro situazioni calcificate e mai affrontate che poi sono esplose quotidianamente per un non nulla? Chi a un certo tratto non si è mai sentito ingabbiato in una storia a tal punto da rischiare di divenire apatico? Chi non si è mai inventato balle astronomiche in una discussione con la dolce metà per tentare di sfangarla, arrivando persino a negare l’impossibile? Chi non ha mai puntato il dito contro il partner avendo persino fatto peggio?

Senza dubbio qualche eccezione esiste. In tal caso bravi! Ma la verità è che Temptation Island non fa altro che portare a galla le follie relazionali vissute dalla stragrande maggioranze delle coppie. Certo poi ci sono diversi gradi di vivere determinate situazioni e non è che ogni amore debba diventare tossico per forza. Ma il punto è un altro: Temptation è in grado di restituirci uno specchio – sicuramente a tratti deformante ma specchio rimane – attraverso il quale rivederci. E questo non è trash fine a se stesso, non è un teatrino in stile GF Vip di personaggi che piangono e ridono in base a come è girato l’interruttore della telecamera. Questa è pura e misera realtà.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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