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Sonia Bruganelli, quando la spavalderia non paga. L’imprenditrice ritrovatasi a a fare l’opinionista al Grande Fratello Vip grazie a un’intuizione di Alfonso Signorini ha esordito quasi in punta di piedi. Abituata a lavorare nel dietro le quinte, quando si è presentata le prime volte in video è apparsa un poco ingessata, un pesce fuor d’acqua. Tutto normale, come recita uno popolare scioglilingua “nessuno nasce imparato”. Con il passare delle puntate la moglie di Paolo Bonolis si è sciolta sempre più, acquisendo sicurezza e lasciando trapelare spavalderia. Non un peccato in tv, anzi oro colato: personaggi che non hanno peli sulla lingua e un poco anticonformisti tendenzialmente bucano lo schermo. Ci vuole però misura, d’altra parte come un po’ in qualsiasi cosa della vita. A un certo punto invece la Bruganelli si è lasciata prendere troppo la mano ed è deragliata.

La spavalderia dosata ha via via lasciato spazio a una spavalderia fastidiosa e a un cinismo esagerato. Il cinismo, che nella sua accezione completa non è per forza un difetto bensì un sinonimo di pragmatismo e realismo (Bonolis ne è l’esempio), è diventato a un certo punto snobismo. Il culmine è stato toccato poche puntate fa, quando la Bruganelli ha detto a Giaele De Donà di non voler prestare attenzione a lei, e quindi di non premurarsi nemmeno di parlaci assieme, in quanto aveva intenzione di parlare soltanto con i protagonisti del reality. Uno degli esempi in cui l’opinionista l’ha fatta fuori dal vaso. E non di poco.

Poi, come per magia, la ‘trasformazione’. La Bruganelli è tornata docile, come agli albori della sua avventura al GF Vip. Motivo? I piani altissimi di Mediaset, altrimenti detto Pier Silvio Berlusconi, hanno finito la pazienza e hanno imposto regole ferree al programma improntate a depotenziare il trash di cattivo gusto visto per mesi. L’opinionista è diventata un agnellino in confronto a ciò che si è notato nelle scorse settimane. Pochi interventi e tutti molto pacati. Zero spazio anche per quanto riguarda le battute (di dubbio gusto) sulle sue lussuosissime borsette.

Per farla breve, tale ‘trasformazione’ pare proprio non essere stata dettata da una presa di coscienza di aver esagerato. Si è realizzata soltanto perché chi comanda, lassù in alto nei palazzi di Cologno Monzese, è intervenuto con uno “shampoo”. Perché, alla fine, quando si si esce dai binari per troppe volte, arriva sempre qualcuno a rimettere tutto nella giusta dimensione. E per fortuna!

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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