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Federica Sciarelli è pronta a tornare in tv. Sarà un 2021 ricco di impegni per la giornalista che sarà protagonista nuovamente a Chi l’ha Visto (dal 13 gennaio) e della quarta stagione di Dottori in corsia – Ospedale pediatrico Bambino Gesù. La docu-serie è di Simona Ercolani ed è prodotta da Stand by me in collaborazione con Rai. La fiction, trasmessa da lunedì 11 gennaio alle 23.15 su Rai3, non è stata una passeggiata. Il tema è forte. D’altra parte la giornalista romana classe 1958 è rodata sulle questioni delicate.

Il percorso è stato “particolarmente tosto, come può esserlo quando si parla di bambini”, racconta Federica, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera. Al quotidiano svela inoltre di aver posto una condizione imprescindibile per tornare in sella al programma della terza rete del servizio pubblico: “Raccontare solo storie che finiscano bene”.

Federica Sciarelli e le storie dei giovani pazienti del Bambino Gesù

L’obbiettivo è dunque di non rinunciare alle lotte più dure fatte dai giovani pazienti della struttura sanitaria romana, a patto che tali storie abbiano avuto un lieto fine. La Sciarelli confida inoltre di essere navigata circa la conversazione con persone a cui è accaduto qualcosa fuori dal comune, come ad esempio capita durante la trasmissione Chi l’ha visto?. “Ma queste sono tutte esperienze pazzesche: fanno capire quanto sia importante la donazione e la solidarietà”, aggiunge.

Spazio quindi all’ospedale Bambino Gesù una vera e propria “eccellenza pubblica” sottolinea la conduttrice in forza alla Rai. Penetrando le storie dei piccoli pazienti, la Sciarelli non rinuncia a ribadire alcune storture tutte italiane relative ai contratti pubblici del settore medico. Nella fattispecie, racconta che si è resa conto che “molti medici, in grado di salvare vite date per perse, dopo un po’ se ne vanno all’estero, dove sono trattati ancora meglio”.

Dall’altro lato rimarca di essere a conoscenza che molti vorrebbero mettere le mani sull’ospedale per privatizzarlo. “Ma la meraviglia – spiega – è proprio che sia pubblico”, così da poter essere fruito da chiunque, senza esclusioni di reddito di sorta. “Questo vanto della sanità pubblica va tutelato”, chiosa. Tante le storie difficili, ma anche di speranza, che ha ascoltato.

Fondamentale in questi casi è il concetto della solidarietà, sottolinea la giornalista. Lavorando alla docuserie afferma di aver capito quanto sia importante contare su una rete di solidarietà quando ti capitano tragedie tanto difficoltose da affrontare: “Ho incontrato genitori che avevano portato a curare il figlio da lontano e, non avendo possibilità, dormivano in macchina: d’estate il parcheggiatore teneva per loro il posto all’ombra”.

Federica spiega anche quanto “sia fondamentale donare i propri organi”. Una consapevolezza resa ancor più salda dopo l’incontro e il colloquio con un ragazzo trapiantato al cuore: “Mi ha detto una frase che mi ha gelata: ‘Il Signore dà l’opportunità di fare del bene anche quando siamo morti’”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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