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Sabrina Ferilli ha una marcia in più. Sarà per la sua verace romanità, sarà perché a 57 anni e un Oscar in bacheca ha le spalle ultrà larghe, sarà perché la retorica non ha manco idea di che cosa sia, sarà per quel che sarà, ma sta di fatto che sull’Ariston ha lasciato il segno con un monologo (anche se furbescamente ha detto di non volerlo fare) da applausi, bello, mirato, non pesante eppure ficcante. A qualcuno saranno fischiate le orecchie: restando in tema Festival di Sanremo, quel qualcuno è Lorena Cesarini, altra co-conduttrice scelta da Amadeus per spalleggiarlo (la 35enne è stata protagonista durante la seconda serata della kermesse).

Come è capitato con tutte le altre co-conduttrici, ‘Ama’, ad un certo punto, ha lasciato carta bianca a Sabrina Ferilli. “Vai, il palco è tuo”. Da vecchia volpe dello spettacolo, la romana ha preferito non restare sola. In quel caso tutto avrebbe assunto una dimensione pesante. Ecco che allora ha invertito i ruoli, facendosi spalleggiare dal conduttore. “Non ho un monologo, vieni qua con me va…”, ha detto, prima di mettersi comoda assieme ad Amadeus sugli scalini.

“Ho fatto delle riunioni in famiglia, per decidere che cosa dire? Ci sono talmente tanti temi importanti…”, ha esordito Sabrina, che per tutto il discorso ha usato sia l’ingrediente dell’ironia sia quello della romanità, rendendo molto spontaneo il suo intervento. “Avrei potuto parlare di donne, che lavorano, tengono i figli e fanno un sacco di altre cose. Però ho detto: di figli non ne ho ed ho il marito benestante, che parlo di che?”. Così via il primo strato di patina retorica.

Allora ho detto: parliamo di uomini, che sono ai vertici dappertutto, ma anche qui ho abbandonato…”, ha proseguito la Ferilli. E ancora, con uno spassoso accento romano: “Quindi ho pensato: parliamo di bellezza, quella interiore, mica quella dell’asino. Ma io sono quattro giorni che magno radici per stare in sto vestito. Poi se dice la bellezza capita. Se, va bene… ma ci bisogna lavorare sopra, non è proprio estemporanea”.

“E allora parliamo d’amore, di dipendenze affettive: poi ho visto che su Instagram ‘Ama’ ha il profilo con la moglie Giovanna. Ma di che parliamo?”. Dopo la battuta la regia ha indugiato sulla consorte del conduttore, seduta in platea mentre si è fatta una grassa risata.

Risate pure per Mara Venier, anche lei in prima fila all’Ariston. “Mi hai detto che eri vestita in fucsia, te stavo a cerca… ora sei in bianco, mannaggia a te”, la battuta di Sabrina che ha provocato l’ilarità generale e pure quella della padrona di casa di Domenica In. Alla fine la 57enne romana ha sottolineato che di tutte le cose che ha citato, è meglio che ne parli chi “la ha vissute, chi ne ha la competenza”.

Quindi ha concluso dicendo che una donna non si deve giustificare per quel che è e per quel che fa. Lei ad esempio è stata chiamata sull’Ariston “per la sua storia, i suoi amori, la sua carriera”, cioè per il semplice fatto di essere se stessa, con il proprio percorso di vita.

“Sono io il mio monologo. La mia storia, le mie scelte, la mia professione, la tenacia con cui mi sono presa quello che mi dovevo prendere sono le cose migliori che mi possano accompagnare su questo palco e che possano accompagnare ogni donna, ovunque: la nostra storia. Se io ho scelto questa strada non è che non sappia cosa succede, quante cose sono da cambiare, quante da aggiustare, non è che sono una di quegli stolti come nel film “Don’t look up” che mentre la cometa va dritta verso la terra, si gira dall’altra parte e va su Telegram a vedere cosa succede. Ecco, no. Io non sarò mai questo. È che semplicemente ho scelto questa strada della leggerezza perché, come diceva Calvino, in tempi così pesanti, bisogna saper planare sulle cose con un cuore senza macigni e perché la leggerezza non è superficialità”.

Finito il discorso l’Ariston le ha tributato un lungo e meritato appaluso. E Lorena Cesarini? Che cosa ci azzecca in tutto ciò? Ci azzecca, eccome…

Lorena Cesarini, monologo Sanremo: qualcosa non torna

L’attrice italo-senegalese di Suburra, come ha notato Mauro Suttora sull’Huffington Post, non ha brillato per spontaneità. A Sanremo si è presentata con un monologo contro il razzismo: “E ora, a 34 anni, scopro che non è vero che sono un’italiana come tante, che resto una nera”, ha raccontato, elencando poi alcune frasi razziste che le sono state rivolte sui social quando si è saputo della sua partecipazione al Festival.

Peccato che solo sei giorni prima, in un colloquio col settimanale Oggi, la Cesarini aveva detto cose ben diverse: “Gli attacchi sui social? E vabbè, parlare di odio razziale per un paio di post mi sembra una montatura. (…) La mia italianità viene prima del colore della pelle, non sono mai stata vittima di razzismo”. Ma come? E quel monologo con tanto di lacrime? Forse è meglio che si ascolti bene la ‘lezione’ di Sabrina Ferilli, priva di retorica e di contraddizioni.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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