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Superbo nel suo rispetto innato verso ogni cosa che si muove e non sul globo terraqueo; sontuoso quando impugna il microfono e lancia quella voce in grado di stregare e rapire; magnifico quando apre quel sorriso dolce, capace di far sciogliere anche i cuori più duri. Marco Mengoni ha un senso di magia congenito. Fa parte di quegli artisti che incarnano l’arte “dell’umano” ancor prima che l’arte “musicale”. Sarà per questo che anche quando si trova a intonare le melodie di sua maestà Lucio Dalla lo fa con una naturalezza che non toglie nulla ai brani del genio bolognese. Mica poco, visto che quando si vanno a toccare le note dei mostri sacri spesso si deturpano canzoni. Mengoni no: Mengoni è addirittura in grado di aggiungere quel non so che di fascinoso senza strafare e senza deturpare.

Al netto di ciò, il giovanotto sbocciato a X Factor si è presentato sul palco di DallArenaLucio, evento trasmesso da Rai Uno e timonato da Carlo Conti e Fiorella Mannoia. E pensare che ha rischiato di non esserci in quanto è stato vittima di un piccolo incidente a poche ore dalla manifestazione. “Ha avuto un piccolo incidente ma ha voluto essere qua lo stesso e noi lo ringraziamo”, ha spiegato Conti.

Ed eccolo Mengoni, spuntare sul palco con quell’espressione che è un mix di leggiadria, malinconia e dolcezza. Si parte forte con un duetto con protagonisti il viterbese e la Mannoia che intonano “Vita”. L’Arena di Verona si accende, sui social iniziano a piovere tweet tripudianti. Marco, poi, fa quello che meglio gli riesce, essere se stesso. Così racconta un curioso aneddoto su Dalla:

“Ricevo un giorno una chiamata: “Ciao, sono Lucio”. Pensavo a uno scherzo e lo ho mandato a quel paese. Poi mi hanno chiamato dalla Soni e ho capito che non era uno scherzo. L’ho richiamato subito. Non so trovare le parole per descriverlo… poi abbiamo fatto Mari Luis”.

Largo quindi a un’altra chicca. Stavolta Mengoni si prende il palco, in solitaria, interpretando magistralmente l’intramontabile “L’anno che verrà”. Su Twitter continua la pioggia di cinguettii entusiasti, intanto l’Arena gli tributa un lungo, sentito e meritato applauso. “Questo pezzo è una sassata nello stomaco”, commenta Marco con un filo di voce emozionata. “Dobbiamo cantare queste canzoni per mantenere vivi gli artisti come Lucio”, l’eco di Fiorella Mannoia. Mengoni si congeda, ringraziando tutti, come al solito con quella squisita dolcezza e rispettosità che ha nel Dna. La magia, e non solo quella musicale, o la si ha o non la si ha. Lui ce l’ha, senza dubbio!

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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