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Maria De Filippi inedita. In una lunga intervista rilasciata a Vanity Fair, la moglie di Maurizio Costanzo si è raccontata a ruota libera, svelando racconti, riflessioni ed episodi mai narrati. Si comincia dall’inizio, da quell’infanzia, da quell’adolescenza e da quella giovinezza vissuta nella provincia pavese, suo luogo natio. Maria è una ragazza sui generis, curiosa, interessata alle persone e ai loro risvolti. In particolare è sempre incline all’ascolto, di chiunque, sia esso un contadino o un manager. Insomma, all’Uomo e alla Donna, con le maiuscole. Un tratto distintivo che, una volta sbarcata sul piccolo schermo, conserverà. Infatti, la De Filippi, pian piano, scardinerà il linguaggio e i codici della tv tradizionale, portando in video personaggi comuni che mai prima del suo arrivo avrebbero potuto ambire ad avere un ruolo nelle trasmissioni. E non si ferma qui: comprende in fretta che la televisione ha bisogno di più verità e meno copioni. Sarà la carta vincente, la base del suo successo: più spontaneità e meno ‘architettura’ collaudata da schermo.

Maria De Filippi e la rivoluzione del linguaggio televisivo

All’inizio, imporre la propria visione di tv, non fu facile. “Era tutto abbastanza sceneggiato. Alberto Silvestri, storico autore del Maurizio Costanzo Show e poi di Amici, sceglieva cinque o sei storie a puntata da far commentare ai ragazzi in studio”, racconta Maria a proposito di Amici. Le sue prime conduzioni furono allineate a tale modo di fare tv. Si accorge presto, però, che qualcosa va modificato: “Cominciai a sperimentare altro. Quando una storia non mi interessava non la seguivo e non lo facevo per una sterile forma d’insubordinazione, ma soltanto perché mi sarebbe stato impossibile andare contro la mia natura”. La De Filippi spiega che non avrebbe saputo fare tv in un’altra forma: prima di tutto doveva avere spazio per agire secondo le sue idee. Mica una passeggiata all’inizio. Grazie a Costanzo riuscì nel suo intento: “Se non ci fosse stato Maurizio, che di Amici era il produttore, forse non avrei continuato. Ricevette una telefonata di Silvio Berlusconi che lo chiamò per chiedergli se fosse sicuro della bontà della sua scelta. Io rappresentavo l’antitesi di tutto quello che passava in tv, soprattutto all’epoca”.

Maria De Filippi e il concetto di maniacalità

Con il senno di poi ha avuto ragione lei. Oggi è la regina della tv, apprezzata e stimata da tutti nel settore. Eppure, come tutti i ‘rivoluzionari’, all’inizio è stata guardata con sospetto e poca fiducia. Il successo, però, non è mai casuale. Fondamentale è il lavoro sui dettagli, sulla maniacalità: “È vero, assolutamente sì, lo sono. Ma è solo perché da un certo punto di vista sono rimasta la bambina che andava a sette anni nella piazza del paese con mio padre per dare forma alle storie che avevo ascoltato nella cucina dei contadini. Se non capisco l’ospite che ho davanti a me vivo la cosa come un fallimento. Prima di andare in onda, studio. Cerco di leggere tra le righe, parlo con le persone, mi arrovello e lascio che i dubbi si facciano strada e mi portino a soluzioni migliori”.

Maria De Filippi e la scelta di sedersi sugli scalini a Uomini e Donne

Altra intuizione vincente è stata quella di portare sul teleschermo persone assolutamente comuni. Maria ha capito che a livello empatico il pubblico era pronto a specchiarsi in tv in storie assolutamente vicine al suo vissuto. La storia del personaggio è preminente nelle sue scelte. Storie che spesso sono appunto comuni. Spazio anche a delle curiosità inedite: in questi anni si è molto parlato del suo modo di condurre per ‘sottrazione’, vale a dire cercando di non essere esplicitamente la protagonista dello show. Esempio spesso riportato dagli studiosi del piccolo schermo, il fatto che a Uomini e Donne si segga sugli scalini, come a dire: non mi servono poltrone, sono come voi. In realtà il motivo di tale approccio è un altro: “Le registrazioni diventano quattro, sessantaquattro minuti netti per quattro e semplicemente non ce la facevo più a stare in piedi. Mi sono seduta sugli scalini, nessuno ha eccepito e sono rimasta lì. A volte le scelte sono più semplici e lineari di quanto non si possa immaginare”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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