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Selvaggia Lucarelli è soddisfatta, Michelle Hunziker – c’è da scommettere – molto meno. Ed ora sulla conduttrice svizzera è probabile che si scateni una bufera mediatica. Il tema è molto spinoso. Nel 2018 la giornalista fece un’inchiesta in due puntate sul Fatto Quotidiano in cui sosteneva che “Doppia Difesa”, la fondazione in difesa delle donne della senatrice leghista Giulia Bongiorno e della presentatrice elvetica, fosse più uno spot che un progetto in grado realmente di aiutare le donne.

Il caso spiegato bene

Bongiorno e Hunziker attaccarono la Lucarelli all’epoca, querelandola e parlando di “falsità, odio e fango”. Nelle scorse ore, a livello giudiziario si è chiusa la vicenda a favore di Selvaggia, la quale ora passa al contrattacco perché le indagini hanno confermato che la sua inchiesta era tutt’altro che inventata. Insomma, per farla breve, gli inquirenti hanno archiviato la querela di Bongiorno e della conduttrice, indirettamente dando ragione alla Lucarelli.

Ma che cosa aveva scritto quest’ultima? Lo ha ricordato la stessa giornalista con un post su Instagram pubblicato il 13 febbraio 2024: “Nessuno mi rispondeva negli uffici della fondazione, non rispondevano alle mail, le pagine social di Doppia difesa erano piene di commenti di protesta, c’era pochissimo personale e dopo mie verifiche ho scoperto che a rispondere alle donne (quando rispondevano) c’era una segretaria che si alternava ad un’altra e talvolta addirittura la madre di Michelle Hunziker. Una ragazza mi raccontò addirittura di essere andata a citofonare nella sede per un’urgenza e le fu risposto: mandi una mail“.

Dopo l’inchiesta Bongiorno e Hunziker promisero che avrebbero querelato portando la testimonianza delle migliaia di donne che avevano aiutato. E in effetti querelarono e iniziarono le indagini che, spiega adesso la Lucarelli, “hanno invece appurato che tutto quello che avevo scritto era vero, sono stati addirittura controllati i tabulati telefonici della linea intestata a Doppia difesa per vedere se avessi provato a telefonare dal mio numero. Era vero anche quello”.

Selvaggia Lucarelli, il giudice le dà ragione: fondazione Hunziker e Bongiorno “scarsamente operativa”

Il giudice che ha emesso il decreto di archiviazione ha spiegato la sua decisione mettendo agli atti che “appare difficile ritenere che, a fronte di migliaia di richieste di assistenza, la Fondazione potesse dare tempestiva risposta a tutte potendo contare su una sola segretaria a tempo pieno e su un’altra a tempo parziale”.  Il giudice ha inoltre sottolineato che “tutte le circostanze di fatto riportate nell’articolo dalla Lucarelli hanno trovato riscontro”. E ancora: “La Fondazione appariva scarsamente operativa rispetto alla quantità di richieste e alla tempestività di risposte che le stesse avrebbero richiesto”.

 

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Le accuse contro Selvaggia Lucarelli

La Lucarelli conclude evidenziando che dal 2007 al 2018 Doppia difesa “è stata più spot per che aiuto alle donne”. Quindi ha accusato la Hunziker e Bongiorno di averla accusata “ingiustamente di aver scritto il falso”, costringendo lei e il Fatto a difendersi nei sei anni che hanno preceduto l’archiviazione.

Il post è subito stato preso d’assalto da parecchi utenti. Si sono fatte vive anche diverse donne che hanno sostenuto di aver contattato “Doppia Difesa” e di aver trovato un servizio inconcludente. Dunque testimonianze che hanno dato ulteriore vigore a quanto sostenuto da Selvaggia Lucarelli. Molti anche coloro che, ricordando il recente scandalo di Chiara Ferragni, si sono chiesti di chi ci si possa fidare oggigiorno.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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