Altre rivelazioni inedite di Marco Mazzoli sull’Isola dei Famosi 17. Lo speaker de Lo Zoo di 105 ha trionfato in Honduras. Il pubblico ha apprezzato la sua simpatia e soprattutto il suo essere ‘allergico’ ai classici escamotage utilizzati nei reality show. E pensare che Mazzoli, almeno secondo quanto lui stesso ha dichiarato in una recente diretta realizzata su Instagram, è stato sul punto di abbandonare il gioco dopo aver litigato con il capo degli autori del programma. Gli attritti sarebbero nati dal fatto che il naufrago aveva manifestato in modo netto la volontà di voler tornare in Italia; volontà che è stata frenata da coloro che lavorano nel dietro le quinte della trasmissione.
Così ha esordito il vincitore de L’Isola:
“Oggi sono un po’ più a posto di testa. Un po’ più tranquillo. Sto realizzando un po’ tutto. È stato veramente allucinante. Una roba inspiegabile. Mi avete scritto in privato di raccontare retroscena. Una volta che lunedì rientro con Lo Zoo non ho voglia di tediare nessuno con ancora L’Isola e l’esperienza che ho vissuto. Perché basta insomma. Sono stato via due mesi dalle cose che amo di più, che sono mia moglie e ovviamente Lo Zoo, quindi direi che ora di Isola possiamo chiudere con questa diretta. Un’esperienza da una parte straordinaria, dall’altra una roba che non farei mai più. Proprio mai più!”.
La lite con lo Spirito dell’Isola
Spazio quindi al racconto relativo alla litigata fatta con il cosiddetto “Spirito dell’Isola”, vale a dire il capo degli autori dello show. Dopo una settimana Mazzoli ne aveva già le tasche piene delle dinamiche del gioco e avrebbe voluto andarsene. Pare che sia scoppiato un furibondo battibecco che non sarebbe stato mandato in onda. Questa la versione dello speaker:
“Quando sei lì, dopo una settimana che capisci il meccanismo, te ne vuoi andare. Io me ne volevo andare. Invece no, non potevo. A un certo punto ho iniziato a litigare con il capo degli autori che è un po’ il capo del programma. Quello con cui interagisci una volta a settimana alla fine della puntata. Il famoso spirito dell’isola, io gli dicevo “voglio andare a casa”. “No, tu hai firmato un contratto devi stare qua. Tu e Paolo state spaccando e dovete restare qua”. “Non stiamo facendo niente”, dicevo. E lui, “no, no dovete rimanere qua”. Io ho fatto di tutto all’inizio per cercare di scappare. Io volevo tornare a casa e questi non mi portavano via. Io sono esploso. Vi siete persi una mia esplosione che per fortuna non hanno mandato in onda. Mamma mia, una roba! Proprio il vero Mazzoli!”
E ancora:
“Quando ho capito che non potevo andarmene, poi è venuta mia moglie, la Stefy di Paolo e ci hanno detto “guardate che state andando bene, dovete stare qua”. E io, “ma stiamo andando bene cosa? Cosa sto facendo? Non sto facendo niente”. Ero io a sopravvivere su un’isola. Non capivo cosa arrivava a voi. Io mi rompevo i cog***i tutto il giorno. Alla fine dopo la quinta settimana ho dovuto per forza lasciarmi andare. Tanto ho una data di scadenza, prima o poi finirà questa roba. Una prova veramente incredibile per una persona come me che vive la vita a mille e si trova ad andare a 50 all’ora”.
Tutto molto narrativo ciò che dice Mazzoli, però è bene sottolineare che L’Isola dei Famosi non è una prigione. Senza dubbio chi lavora al programma, laddove un concorrente forte manifesta il desiderio di abbandonare, si adopera per tentare di farlo desistere. Dall’altro lato essendo L’Isola uno show televisivo e non certo un carcere, se una persona se ne vuole andare lo può fare. Magari pagando una penale, ma fuor di dubbio che non c’è alcun obbligo a rimanere in gioco.
Mazzoli: la sensazione di rallentamento e i rapporti con le troupe
Mazzoli ha poi spiegato che le condizioni in cui ci si ritrova fanno perdere le normali sensazioni: “La testa che inizia a rallentare. La cosa che mi ha spaventato di più. Non riuscivo più a parlare come sto parlando adesso. C’era come un ritardo fra il mio pensiero e quello che usciva dalla mia bocca. Questa sensazione l’ho provata fino alla fine. Mi rimbombava sempre la mia voce nelle orecchie. Ho avuto la pressione per la maggior parte del tempo 60/90 che è bassa. Quando è arrivata la Stefy a trovarmi mi è arrivata a 120/80. Per il resto stavo sempre giù. Se mi alzavo di colpo vedevo tutto nero. Mi girava la testa”.
Spazio poi a come si comportano le troupe che riprendono i naufraghi nel corso dell’esperienza in Honduras. Secondo il racconto di Mazzoli non c’è alcun contatto e scambio di opinioni. Sconfessato quindi il credo che ritiene che quando le telecamere della diretta si spengono i concorrenti vengono coccolati dagli autori e dagli operatori:
“Noi avevamo due troupe al giorno che ci raggiungevamo con questo barchino. Erano composte da sei persone in totale. Una troupe aveva un operatore, che è il cameramen, un autore che segnava tutto quello che veniva detto e quello con il microfono. Erano due squadre. Stavano con noi dalla mattina fino al tramonto più o meno. E non ti parlavano. Noi eravamo tre o quattro a parlare e avevi un cameramen che ti riprendeva e fra loro si chiamavano operatore, autore e audio. Non sapevamo i loro nomi. Indossavano un cronografo girato al contrario e noi non sapevamo che ore fossero. Ci basavamo un po’ a caso. Se tu chiedevi a queste persone “scusate che ora sono”, loro ti facevano spalletta. Qualsiasi cosa chiedevamo non ci rispondevano. E praticamente questo tutto il giorno. Poi arrivava il notturno, si scambiavano. Era un ragazzo con la telecamera con cui anche lì non potevi comunicare. Non c’era nessun tipo di comunicazione. L’unica cosa che facevano gli autori è che parlavano con te quando dovevi fare il confessionale. Lì ti facevano delle domande e tu rispondevi. Quella era l’unica interazione che c’era fra di noi. Io ho scoperto i nomi di alcuni l’ultimo giorno. Altrimenti non c’era verso di parlare con queste persone.”
Infine lo speaker ha spiegato come il contesto in cui ci si ritrova non è semplice da vivere e affrontare:
“Tu sei da solo, con immaginate nove persone, verso la fine eravamo in nove, che tu non hai scelto, la metà ti stavano un po’ sui cog***ni e tu a un certo punto dei imparare a convivere. Non c’è alternativa. L’ultima isola sulla quale eravamo, quella piccola, la più bella, era lunga 100 passi e larga 45. Basta, fine. E più o meno è sempre stato quello lo spazio vitale che avevamo. Io ovviamente avevo la mia zattera insieme a Paolo, Andrea, Fabio. Tutti i maschi si sono messi a costruire la zattera che avevo vinto e quindi abbiamo usufruito di quella per fare qualche fuga ogni tanto ma alla fine la vita era tutto il giorno vedere le stesse identiche cose e più o meno ripetere sempre le stesse identiche situazioni. Una rottura di c***o impressionante”.