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Ad un mese da ciò che è successo a Sanremo, Ghali ha deciso di sfogarsi sui social e dire la sua sull’episodio dell’11 febbraio. Ha confessato di essere rimasto molto deluso da alcuni colleghi che hanno preferito rimanere zitti.

L’artista ha spiegato che nonostante ciò che è accaduto e soprattutto nonostante l’intervento di Roberto Sergio che ha preso le distanze da lui, continuerà a dire la propria. Il cantante vuole la pace ed è convinto che sia giusto dire ‘stop al genocidio‘, per questo nulla e nessuno potrà farlo stare zitto.

Ma nel lungo sfogo ciò che colpisce è il riferimento ai colleghi. Probabilmente Ghali si aspettava che molti dicessero la propria o intervenissero in suo sostegno. Invece sono stati veramente in pochi a fare un passo avanti per difenderlo e “combattere al suo fianco“.

Sono deluso da tanti artisti italiani che hanno la penna per dire qualcosa, da quelli francesi, e quelli inglesi, dalla gente di m*rda che ti guarda dalla testa ai piedi, dai finti attivisti affamati di fama. Tutti piegati dalla paura di essere tagliati fuori da qualcosa. Mi sono circondato per anni di persone che non immaginavo sarebbero rimaste in silenzio di fronte al genocidio in Palestina. Avete più soldi ora? Avete più like e follower? Avete più richieste di collaborazioni? Siete più cool e alla moda? Siete più liberi ora? Non credo, vi vedo fermi come prima ma con le maschere cadute, a penzoloni

Ghali è stato molto diretto nell’esprimere il proprio rammarico per non aver avuto sostegno da chi si immaginava gli avrebbe dato man forte. Non ha voluto fare nomi ma sicuramente si riferisce in primis a gente che conosce molto bene.

Succede sempre di più che degli artisti, o più in generale personaggi famosi, decidano di non esporsi su argomenti controversi di natura politica. Ormai è diventata la normalità e diventa più difficile che qualcuno lo faccia. Ghali ha avuto il coraggio di esporsi sia a Sanremo che a Domenica In e ne ha subito le conseguenze. Qualche artista come Fiorella Mannoia o Diodato ha deciso di tendergli una mano, mostrando il proprio sostegno. Ma la maggior parte ha preferito il silenzio. Assordante. Ma che non mette a rischio il proprio lavoro.

Ghali ha però chiarito che, nonostante ciò, non ha alcuna paura a ribadire ciò che pensa e lo continuerà a fare. Essendo artista sente di avere questo “dovere morale“.  Al tempo stesso ha ringraziato le tantissime persone “comuni” che invece gli hanno mostrato sostegno.

Poi ha fatto un invito: “Non abbiate paura di essere voi stessi e della verità, non preoccupatevi del giudizio degli altri“.

‘Stop al genocidio’: il rimprovero di Roberto Sergio

L’11 febbraio, durante la puntata di Domenica In dedicata a Sanremo, Ghali ha voluto lanciare un messaggio pro pace. Poco dopo l’ad Roberto Sergio ha deciso di mandare un comunicato stampa per prendere le distanze dalle parole del cantante.

A leggerlo è stata Mara Venier che ha anche affermato di condividere quelle parole. Subito è scoppiato il caos. Ghali non aveva condannato nessuno, ma Sergio ha deciso di comunicare di essere a sostegno del popolo israeliano. Prendendo quindi una posizione.

In molti hanno criticato l’intervento dell’ad. Far leggere un comunicato del genere è significato limitare la libertà di pensiero e voler imporre una propria ideologia. La Venier si è trovata fortemente in imbarazzo ma ha dovuto eseguire quell’ordine, proprio per “non perdere quel posto di lavoro“. Al tempo stesso, però, poteva evitare di dare ragione all’ad, ammettendo di condividere quelle parole.

Il rumore mediatico è stato molto, ma Ghali non si è lasciato intimorire e ancora oggi con orgoglio esprime ciò che pensa. Non ha paura di non essere più invitato in Rai o di perdere altre opportunità di lavoro. Per lui la verità è una e lotterà per questa, nonostante tutto.

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