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Non è un mistero – anzi è sotto gli occhi di tutti – che il Grande Fratello Vip di Alfonso Signorini sia assai differente rispetto a quello di Ilary Blasi. Il direttore di Chi Magazine ha attuato una vera e propria rivoluzione del format, puntando molto sul gossip (d’altra parte ne è il re) e sulle dinamiche esterne alla Casa più spiata d’Italia. A farne le spese è stata la parte più ludica della trasmissione: non ci sono più i giochi ‘ricompensa’, non c’è più la prova dei concorrenti in prime time, spariti anche gli ‘isolamenti’ di alcuni inquilini (ricordate il ‘tugurio?’); è stato spazzato via anche il meccanismo di dividere temporaneamente i vip in zone separate del loft di Cinecittà. Cosa resta alla fine? Gossip, tanto gossip, forse troppo.

Signorini e il Grande Fratello Vip rivoluzionato che non piace a tutti

Signorini, di stagione in stagione, ha portato il reality show sempre più in una dimensione “arena”, cercando il più possibile di scatenare dinamiche tramite elementi esterni. Anche i cast sono stati scelti con il chiarissimo intento di amalgamare personaggi capaci di portare all’interno della trasmissione oltreché le loro storie di vita pure una massiccia dose di “cronaca rosa” (qualcuno direbbe di “trash”). Fondamentale poi nel GF Vip attuale è ciò che accade all’esterno e le persone che orbitano attorno agli inquilini della Casa più spiata d’Italia (vedere il caso Ginevra – Elettra Lamborghini). Tutti felici e contenti? Ni.

Una parte di pubblico, come si può facilmente dedurre da parecchi commenti social, rimpiange il Grande Fratello Vip di Ilary Blasi. O per lo meno ne rimpiange alcune cose. In particolare non perdona a Signorini di insistere ogni tanto su dinamiche che si vedono lontano un chilometro che sono tirate per i capelli (vedere ad esempio la tarantella Antonino Spinalbese – Ginevra Lamborghini).

C’è anche da dire che il compito affidato da Mediaset al direttore di Chi è assai più arduo di quello che fu affidato all’ex moglie di Totti. Signorini deve orchestrare due prime time a settimana. Prime time dalla durata monster. Insomma, in oltre 3 ore di trasmissione qualcosa bisogna pure inventarsi. Certo è che la ricerca di una maggiore spontaneità sarebbe auspicabile.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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