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La seconda vita di Gabriel Garko. Dopo il coming out in mondo visione al Grande Fratello Vip e a Verissimo, il divo torinese ha rivoluzionato la propria esistenza a partire da quella professionale. Se prima era praticamente sempre sul set, oggi ha rallentato. Meglio dedicarsi maggiormente al proprio privato e coltivare i propri interessi e l’amore per gli affetti stretti. Tutto è più leggero adesso che non deve più mentire sul proprio orientamento. Naturalmente continua ad essere amato dal pubblico, forse oggi più di ieri. Intervistato dal Corriere della Sera, Garko si è raccontato a 360 gradi, spiegando anche perché segue la “regola della nutella”. 

Capitolo stranezze e fan. Pochi giorni fa, ad attenderlo fuori dal cancello di casa c’era Marilyn Monroe. Uno scherzo? No, perché tale donna, nonostante l’arrivo della polizia, ha continuato a dire che lei era la compianta diva. Bizzarrie si diceva:

“Devo ammettere che succede spesso di trovare qualcuno fuori da casa mia. Qualche sera fa stavo rientrando e ho visto questa donna biondissima, con abiti vistosi, proprio all’ingresso. Così ho tirato dritto e ho chiamato la polizia ma lei agli agenti ha detto questo, che era Marilyn Monroe”.

Il divismo sta scomparendo, quel senso di etereo che davano gli attori di un tempo non c’è più. Maledetti o benedetti social! Garko rappresenta ciò che resta di quel concetto. E lui stesso lo sa bene: “Ho vissuto la coda del divismo, che con i social è un po’ morto. Confesso che le persone mi cercano sempre molto, ma certe serate, certi eventi non esistono più. Una volta, in una di quelle occasioni, mi hanno anche lanciato un bambino. Per fortuna la persona della sicurezza vicino a me lo ha preso al volo“.

Meno set e più impegno in ciò che lo stuzzica. Per questo, dopo anni e anni di corteggiamento da parte di Ballando con le Stelle, stavolta ha detto sì. E infatti eccolo in pista, guidato dalla “regola della nutella”:

“Erano 17 anni che Milly (Carlucci, ndr.) me lo chiedeva, ora è arrivato il momento giusto, anche per una questione di tempi: prima ero sempre sul set. Mi criticano dicendomi che avevo già studiato danza, ma non è così. Ho solo girato un film, Valentino, in cui danzavo, ma questo non fa di me un ballerino, anche perché nella mia carriera ho sparato a chiunque e questo non fa di me un assassino. Il dato è che quando fai male qualcosa sono tutti pronti ad attaccarti, ma anche quando la fai bene, pare. Ho festeggiato 30 anni di carriera e penso che in ognuna ci sia un’ascesa e poi, dopo un po’, un declino. Prima che arrivi quel momento devi riuscire a mantenere la quota, e quella è la parte difficile. Per me vale la regola della Nutella: se la mangi una volta a settimana ti piacerà per tutta la vita, se finisci un barattolo in un colpo non la vuoi più vedere. L’esposizione va saputa dosare e io sono stato molto esposto. Così, per un po’, ho deciso di prendermi del tempo e mi sono levato dai riflettori. Adesso mi volevo mettere alla prova, dando qualcosa di me e non stando dietro un personaggio”.

L’apice del successo Gabriel lo ha raggiunto nel 2016, quando Carlo Conti lo volle come sua spalla al Festival di Sanremo. Una decisione presa su due piedi, in una manciata di minuti. Non perché Garko volesse scegliere così in fretta, ma perché il conduttore toscano gli disse proprio che aveva pochissimo tempo per dire sì o no:

“L’apice? Dopo Sanremo, nel 2016. Più popolare di così non potevo essere. Ricordo di aver ricevuto la chiamata da Carlo Conti mentre ero in autostrada e pensavo a uno scherzo. Gli ho chiesto quanto tempo avessi per pensarci e mi rispose: cinque minuti. In quella occasione ho cercato di non pensare a quello che la gente si aspettava da me, di non farmi bloccare dall’idea di dire qualcosa pensando che fosse quello che gli altri volevano sentire e ho iniziato ad essere me stesso. Se sbaglio, ho pensato, almeno sarà per qualcosa in cui credo. Il patto con chi mi stava vicino in quei giorni era di non leggermi nessun commento, nessuna critica”.

Quel Sanremo svelò il volto umano e la genuinità del divo che visse quell’esperienza come uno spartiacque della sua carriera: “Prima ero molto preoccupato dal dover dimostrare qualcosa. Col tempo ho imparato ad abbandonare questo pensiero. Sono timido ma penso che tutti, sempre, indossino qualche maschera, in ogni lavoro e anche inconsapevolmente. Negli anni però ho scelto di abbandonarne qualcuna”.

Capitolo coming out al GF Vip. “A un certo punto mi sono staccato da tutto: avevo bisogno di fare chiarezza con tutto e con tutti e quindi ho preferito così. Anche in quel caso, non lo avrei fatto prima e nemmeno dopo. Era il momento giusto. Da lì ho fatto un cambio di passo in generale: magari avessi avuto a vent’anni la testa di oggi. Certe cose avvengono con la maturità, è normale”.

Una decisione sulla quale non ha alcun pentimento. Anzi l’essersi svelato lo ha reso “sereno e soddisfatto”. Con il Corriere è poi passato a discutere sul tema della bellezza. Madre natura, con lui, è stata assai generosa. Eppure in casa sua mamma e papà non hanno mai detto a Gabriel quanto fosse avvenente:

“A casa mia non è mai stato un tema, i miei genitori non me lo hanno mai detto. E anche dopo il successo, per loro restavo quello di prima. A volte ci rimanevo anche male, perché magari nemmeno avevano visto un mio film, una mia serie. Ma poi ho capito che consideravano il mio come un lavoro, che peraltro a me piaceva ma a loro no. Più che altro erano orgogliosi che avessi realizzato un mio sogno. Ricordo una volta in cui ero con loro e si era creata la folla attorno a noi, tanto da dover scappare dal retro di un negozio. Mio padre mi disse: “Mah, io proprio non capisco cosa ci trovi la gente in te… sarà che ti vedo da quando sei piccolo…”.

Spazio poi all’argomento paternità. Gli piacerebbe diventare padre un giorno? “L’ho pensato tante volte e d’istinto direi di sì, ma la società di oggi non mi piace proprio, quindi no, al momento l’idea mi fa un po’ paura”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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