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Tutto pronto per il ritorno di Gabriel Garko alla recitazione televisiva da cui manca da quasi otto anni. Non prendeva parte a una fiction dal 2017. Dal 29 marzo sarà protagonista su Canale Cinque con Se potessi dirti addio (tre puntate), spalleggiato dalla collega Anna Safroncik. La regia della serie tv è firmata da Simona Izzo e Ricky Tognazzi. Il divo piemontese, intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato perché per anni ha deciso di allontanarsi dai set e perché ora ha scelto di farvi ritorno.

Ho accettato questo progetto – ha riferito l’attore – perché era quello giusto per tornare a recitare. Negli ultimi anni mi sono allontanato non per ritirarmi definitivamente dalle scene, ma perché avevo bisogno di staccare. La notorietà a volte è soffocante, sentivo la necessità di un polmone nuovo, di respirare aria diversa“. L’inizio dell’allontanamento dalle scene è coinciso con il suo coming out, srotolato in due ‘puntate’.

Le confessioni di Gabriel sono infatti arrivate prima al Grande Fratello Vip e qualche giorno dopo a Verissimo. L’interprete ha voluto precisare che la scelta di fare chiarezza sul suo orientamento e il fatto di aver lasciato la recitazione sono due questioni non connesse. Quando infatti gli è stato domandato se qualcuno dell’ambiente non abbia gradito il suo coming out televisivo, ha replicato:

“No, nel modo più assoluto, perché se così fosse ci sarebbe un problema serio. Non mi sono mai accorto di discriminazioni e nessun accenno a battute infelici. Avevo solo bisogno di avere i miei tempi liberi. Quanto poi a certe affermazioni di chi ritiene che i ruoli da eterosessuali devono essere fatti da attori etero e quelli da gay devono essere affidati ai gay, mi viene da ribattere: gli attori non devono recitare sé stessi, ma entrare nella pelle di un personaggio diverso da loro”.

L’attore ha poi speso delle belle parole per Simona Izzo e Ricky Tognazzi definiti “folli e pazzi”. Garko ha aggiunto che quando penso a loro è come se vedesse un “quadro con un’esplosione di colori. Sono l’una l’opposto dell’altro, visionaria lei, più tecnico lui, e a volte anche loro litigano sul set, ma si compensano e se non litigassero… mancherebbe l’ossigeno”.

Garko: “L’incidente di Sanremo mi ha cambiato la vita”

Garko ha inoltre ricordato l’incidente di cui fu vittima nel 2016 quando ci fu uno scoppio della villa vicino Sanremo in cui alloggiava. Un evento che lo ha segnato profondamente: “Un incidente che mi ha cambiato la vita, finii sotto le macerie, ho sentito la morte vicina… ma proprio da quell’episodio, da cui sono uscito miracolosamente salvo, ho deciso di godermi la vita, di affrontare le cose in positivo… ho rimesso i cocci a posto”.

Spazio poi ad alcune riflessioni private. Gabriel ha spiegato che continua a incappare nello stesso sbaglio, ma che non ha intenzione di correggersi. A cosa si è riferito? Al fatto di dare fiducia alle persone: “L’unico errore che ho commesso, e continuerò a fare, è che mi fido delle persone, non per ingenuità, ma perché mi piace avere fiducia negli altri. Purtroppo, mi sono reso conto che certi esseri umani sono più animali di quanto gli animali invece sanno essere umani”.

Garko parla del suo libro, Il giardino del tiglio

Garko ha inoltre parlato del suo romanzo Il giardino del tiglio. Nel libro l’attore ha affrontato due temi rilevanti: l’Alzheimer di un padre e la famiglia arcobaleno del figlio omosessuale, che non è accettato dall’anziano genitore. Nella chiacchierata con il Corriere della Sera ha chiarito che la storia è “totalmente inventata”, tranne l’Alzheimer che ha riguardato suo padre. “Non ho mai avuto problemi con la mia famiglia, ma è pur vero che la realtà supera spesso la fantasia e, quello che racconto nel romanzo, è capitato a tante persone che conosco”, ha concluso l’attore torinese.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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