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Amadeus, al secolo Amedeo Umberto Rita Sebastiani, oggi è sulla cresta dell’onda. Tutto ciò che tocca in tv si trasforma in oro, tanto che la Rai lo ha già blindato per i prossimi due Festival di Sanremo, visti i numeri monster che è riuscito a garantire nelle ultime tre edizioni. In una lunga intervista rilasciata a Sette, il conduttore si è raccontato a tutto tondo, svelando dei dettagli inediti sulla sua carriera e sul suo privato, e spiegando come un ragazzo venuto dal “nulla” sia riuscito a farsi strada in modo garbato e gentile, senza sgomitare, in un ambiente “chiuso” come quello del piccolo schermo. Nessun aggancio pregresso, nessuna raccomandazione da figlio d’arte: “Ama” ha fatto tutto da solo.

“Mio papà era istruttore di equitazione, mia mamma casalinga e hanno girato l’Italia. Dalla Sicilia si sono trasferiti a Ravenna dove sono nato io, poi a La Spezia. Infine a Verona, dove sono cresciuto”, ricorda, evidenziando che non ha avuto alcuna spinta per spiccare il volo nel mondo dello spettacolo. Ha fatto tutta la gavetta, transitando dalle radio locali fino ad arrivare nell’olimpo de presentatori. Oggi raccoglie i frutti di tanto duro lavoro ed è l’orgoglio di mamma e papà che dopo la conclusione dell’ultimo Festival gli hanno “strizzato il cuore”.

“Si sono commossi. Mia madre mi ha scritto un messaggio che mi ha strizzato il cuore. Mi hanno detto: “Non siamo degni di essere i tuoi genitori”. Ho risposto: “Non lo dovete dire neanche per scherzo”. Loro stanno sempre in un angolo, non sono molto presenti, sono timidi. Mio padre poi è un uomo molto severo, molto forte caratterialmente, poco espansivo. Loro hanno fatto una cosa molto importante per me, non mi hanno mai ostacolato. Negli Anni 70 sentire che tuo figlio faceva il dj era come dire che era un drogato. Tante volte glielo hanno chiesto e non si sono mai vergognati. All’epoca per un ragazzo come me era impensabile fare la televisione. Avevo due genitori che non c’entravano niente col mondo dello spettacolo, io non conoscevo nessuno, non ero figlio d’arte. Le mie probabilità non erano una su mille, ma una su un milione. Però ce l’ho fatta”.

Amadeus ha un trucco per non smettere di imparare: guardare ai maestri, osservarli e “rubare” tutto ciò che gli può essere utile. Parola chiave ascolto. Così, si è perfezionato negli anni scrutando il modo di gestire il palco di Pippo Baudo, prendendo spunto dal rispetto della liturgia nel quiz di Mike Bongiorno e traendo ispirazione sul non prendersi troppo sul serio da Corrado. Anche da Enzo Tortora ha “scippato”, guardando a “quell’eleganza unica, forse irriproducibile”.

Con Pippo Baudo ha un legame molto forte. Con il decano dei conduttori ha avuto diverse chiacchierate prima e durante il Festival. Pippo gli ha consigliato di imparare a memoria le canzoni in gara e di lavorare a stretto contatto con i cantanti, modificare quello che può essere modificato e lavorare su ogni brano così da divenire padrone del brano tanto quanto il cantante che lo interpreta. “Per tre anni ho fatto proprio così”, chiosa “Ama”.

Sanremo, Fiorello non ci sarà nei prossimi due anni. Amadeus: “Non posso chiedergli di più”

Capitolo Fiorello: lo showman è stato protagonista assoluto dei primi due Festival targati Amadeus, mentre nel terzo c’è stato solo nella serata di apertura per poi defilarsi. Si tratta di un addio definitivo oppure lo si rivedrà all’Ariston nei prossimi due anni? Pare che sia più probabile la seconda ipotesi. A domanda diretta se “Fiore” ci sarà nel 2023 e nel 2024, Sebastiani risponde senza giri di parole: “No, lui è stato molto generoso con me. Mi ha accompagnato e mi è stato vicino, da par suo, in questi anni. Non posso chiedergli di più. Ma non si libererà di me. Lo tartasserò per avere consigli. E lui è la persona ideale, in virtù del talento e dell’esperienza, per darmi i più giusti”.

Amadeus e il momento buio in tv

Oggi Amadeus è nell’olimpo dei conduttori, eppure il suo percorso televisivo non è sempre stato tutto rose e fiori. Nel 2007 ha dovuto affrontare il momento più difficile della sua carriera, innescato da quello che lui stesso definisce una “scelta sbagliata“, ossia andare via dalla Rai e lasciare l’Eredità che, in quel momento, stava avendo un grande successo. All’epoca Mediaset gli garantì un contratto di tre anni, la Rai di uno solo.

“L’ho fatto perché andavo a guadagnare più soldi e perché pensavo, in quel momento, di essere invincibile e che il pubblico mi avrebbe seguito anche di là. Quella batosta mi è servita. Perché arrivi un punto in cui pensi che tutto sia possibile. Cioè ti senti forte e dici qual è il problema? Io ho un anno di contratto, in un’altra azienda me ne propongono tre, qui guadagno mille lire di là me ne offrono cinquemila. E vai. Mia moglie mi aveva consigliato di non andarmene dalla Rai. Con quella decisione ho preso una tranvata non indifferente”.

Prima di riprendersi ci volle tempo. Dal 2007 a fine 2009 è stato fermo ai box. “Prima di tornare a fare qualcosa con ascolti importanti sono passati cinque o sei anni“, conclude.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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