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Fabrizio Corona è un uomo libero. Il fine pena è arrivato sabato 23 settembre 2023 dopo 10 anni passati tra carcere, arresti domiciliari, sorveglianza speciale e affidamento ai servizi sociali. Non appena ha avuto la libertà di viaggiare senza restrizioni ha deciso di andare a Parigi con la fidanzata, Sara Barbieri, 23 anni, vale a dire 26 meno di lui. Intervistato da La Repubblica si è raccontato a tutto tondo, spiegando che cosa farà ora.

Perché ha scelto proprio la capitale francese come prima meta? “Sicuramente andrò a Parigi alle sfilate di moda, non ci vado da 14 anni, ci ho passato anni e anni. Quella è la mia città, quella dove ho fatto il modello a 18 anni, portavo le mie svariate fidanzate per le fughe d’amore”. Il suo futuro lo vede, in parte, all’estero. Il progetto è quello di vivere per metà anno negli Stati Uniti d’America: “Appena avrò il passaporto, andrò a Los Angeles, dove conto di trasferirmi sei mesi l’anno”.

Corona lo si è visto in posti marittimi quest’estate, nonostante non avesse ancora finito di scontare la pena. Ad esempio ora è a Cagliari per un evento. Perché ha potuto andare al mare? Semplice, perché quando si è recato in quei posti lo ha fatto per lavoro: ““Negli ultimi cinque mesi avevo un rientro alle 2 di notte. Ho avuto la possibilità di lavorare, sono stato ad agosto in Sardegna e a Pantelleria. Ho fatto quaranta giorni di vacanza“.

Corona e il tempo passato in carcere senza mai smettere di lavorare

Spazio poi ai mesi passati in carcere. L’ex re dei paparazzi spiega di aver vissuto la prigionia in modo costruttivo, non smettendo mai di lavorare.

“In carcere hai la possibilità di comportanti come vuoi, devi seguire delle regole, hai degli obblighi e soprattutto molte cose a cui stare attento. Ma hai anche i tuoi spazi, io restavo in cella anche quando ero libero di girare tra i reparti, ho scritto, ho gestito aziende e società che hanno avuto una crescita esponenziale. Sono l’unico in Italia o al mondo che è riuscito a mandare avanti società dalla galera, a toccare fatturati enormi, guidando quindici persone fuori da un carcere”.

Quando gli si domanda cosa abbia fatto di preciso, racconta di  aver creato progetti televisivi, docufiction, film, che poi iniziava a realizzarli fuori. Difficile però arrivare in fondo in quanto in diverse occasioni ha dovuto far rientro in prigione: “Poi mi ributtavano dentro, e riprogettavo. Sia nel 2016 che nel 2019, mi sono arrivate importantissime richieste di case di produzione che mi volevano come conduttore di programmi. Avevo già firmato, poi mi arrestavano e finivano i progetti”.

Ivano Chiesa “un fratello maggiore”

C’è una persona che gli è stata vicinissima in questi anni, sia umanamente sia professionalmente: il suo avvocato Ivano Chiesa. Corona lo considera come un fratello maggiore:

“In questo momento sono una persona molto sola, per scelta, ma tra le pochissime persone che mi porto con me c’è il mio avvocato Ivano Chiesa, che è come un fratello maggiore. È difficile comprendere il momento in cui lui è arrivato in carcere e ha preso la mia difesa per cercare di abbattere la pena, con 13 anni e due mesi di condanna e quaranta processi da fare. E poi il processo terribile per i soldi trovati nel controsoffitto, quando rischiavo otto anni e mezzo. Ne ho fatti due anni di custodia cautelare, poi sono stato assolto con la restituzione del denaro. E’ come andare davanti a un plotone di esecuzione, e se trovi il giudice sbagliato, la tua vita è finita”.

L’ex agente dei paparazzi si definisce un uomo “perseguitato dal potere giudiziario moralista che pensa che tu debba adeguarti a un certo modo di vivere”. A un certo punto fa anche un mea culpa: “Poi all’inizio io me la sono cercata, perché ho fatto l’arrogante e lo sbruffone davanti ai giudici, però la magistratura me l’ha fatta pagare come non mai. Sono stato l’unico che non poteva fare interviste in carcere, quando persino gli assassini potevano farle”.

E oggi, come si sente? “Oggi a 50 anni sono più bello di prima, più in forma di prima, con la mia agenzia che lavora, sereno, allegro. Un altro essere umano sarebbe distrutto e depresso. Io ho continuato a guadagnare, a lavorare, a costruire, a creare. Mai fatto male a nessuno”.

I falsi amici e l’intervista a Belve

Quando si passano anni difficili come gli ultimi 10 anni di Corona, gli amici veri restano, gli altri spariscono. Di questo e altro l’imprenditore milanese parlerà a Belve:

“Tutti i miei migliori amici, a cui ho insegnato un mestiere. Uomini finiti. Ma non gioisco, provo solo pena per loro. Fotografi, autori, giornalisti, imprenditori, manager, artisti. Ho dato vita e denaro a tantissimi. Ne parlerò anche martedì a Belve, su Rai2, il mio ritorno in tv”.

E adesso? Oltre ai progetti imprenditoriali, che cosa vuole:

“Voglio soltanto il riconoscimento delle mie doti di comunicatore e vorrei fare qualcosa di importante e serio, progetti televisivi sia italiani che esteri. Voglio provare ad avere anche successo internazionale. Finora ho avuto soltanto popolarità. Ora voglio avere successo e riconoscimento”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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