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Palco messo a fuoco e fiamme all’Eurovision Song: i Maneskin non hanno deluso, dando vita a una performance poderosa, veemente, ‘carichissima’. I ragazzi di ‘via del Corso, che avessero tutta l’intenzione di rendere il clima incandescente, lo si è capito fin da subito, da quando si è vista l’aggressivissima salopette borchiata e lucida con cui Damiano David (stesso stile per il resto della band) si è presentato sul palcoscenico olandese (Paese ospitante la 65esima edizione della kermesse). E poi? E poi sono stati i soliti burrascosi, gasatissimi e potentissimi Maneskin.

In un amen la Ahoy Arena di Rotterdam si è accesa come una torcia, bruciando emozioni ed energia rockettara. E pazienza se in pochi degli astanti conoscevano l’italiano e non sapessero decifrare quel pimpatissimo “Zitti e buoni”. La musica infatti è tale, oltreché per il testo, per la traccia canora, per l’atmosfera che crea, per ciò che trasmette irrazionalmente. I Maneskin non fanno eccezione su tal fronte: insomma, pure se gli stranieri non hanno captato tutte le parole (ma anche se se ne hanno captate zero), il messaggio artistico profuso è arrivato comunque dritto dritto, forte e chiaro, come un pugno nello stomaco o, se si preferisce, come una botta di vita. Olè!

Eurovision e Sanremo, quando la differenza la fa il ritmo

L’evento canoro ha scatenato gli utenti di Twitter. L’hashtag #Eurovison ha generato milioni di tweet, balzando in tendenza al primo posto mondiale sulla piattaforma dei cinguettii. Tantissimi gli italiani che hanno rapportato il contest europeo con il Festival di Sanremo, rilevando una differenza di ritmo assai marcata. Eurovision infatti vede la messa in onda rapidissima delle esibizioni (che però sono registrate, mentre il commento dell’evento è in diretta. Per l’Italia, su Rai Uno, ad accompagnare i telespettatori ci sono stati Gabriele Corsi e Malgioglio).

Ciò non toglie che la Rai e l’organizzazione della kermesse ligure possano prendere spunto e provare nelle prossime edizioni a dare maggior ritmo alla competizione, magari accorciando un poco la sontuosa diretta fino a notte fonda e, piccolo suggerimento, scremare qualche ospitata di cui si potrebbe tranquillamente fare a meno.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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