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Enzo Miccio si fa voce e promotore delle richieste di aiuto di quanti lavorano nel suo stesso settore, quello dei matrimoni. Ebbene, non è un mistero che la pandemia da Covid abbia messo in ginocchio aziende e imprenditori che faticano ad arrivare a fine mese. Alcuni più di altri hanno dovuto operare un vero e proprio stop di quasi un anno che gli ha impedito di proseguire la loro normale attività. Ma anche quella parziale, con le limitazioni del caso.

Una di queste è proprio il settore di Enzo Miccio, il wedding planner per eccellenza. L’appello del noto organizzatore di matrimoni, ormai conosciuto anche dal grande pubblico è stato chiaro. Non c’è stata alcuna cura e attenzione nei confronti dei lavoratori che si spendono per la preparazione del sogno delle coppie che si amano, le nozze.

Per questo, l’organizzatore di matrimoni ha sfruttato la sua visibilità per lanciare un grido d’aiuto riporatato dall’Ansa facendosi portavoce dei disagi di un intero settore.

“Non ce la facciamo più. Non c’è stato mai nessuno in questo doloroso anno, tra i nostri governanti che abbia speso una sola parola per il settore dei matrimoni. Si parla giustamente delle riaperture dei ristoranti, dei cinema, dei teatri, delle palestre e delle piscine. E noi?”

È stato questo il grido d’aiuto estenuante di Enzo Miccio che ha messo in rilievo la scarsa attenzione dei governatori nei confronti degli interessi della sua professione. Inoltre, ha anche sottolineato come, senza nulla togliere alle altre attività, la loro non è stata neanche menzionata.

Miccio ha portato anche dei dati a sostegno della propria tesi secondo cui il settore dei matrimoni ricoprirebbe una fetta importante del Pil nazionale, il 2.5% e che annovera un fascio di aziende molto ampio, con tutte le imprese che gli ruotano attorno e che promuovono il lavoro di tantissimi professionisti.

Enzo Miccio, la richiesta del settore matrimoni

Enzo Miccio ha evidenziato la loro idea di essere stati lasciati soli dal Governo. Nessun sostegno quanto nessuna risposta in merito alle loro lamentele. Quello su cui si batte di più è il fatto che i danni causati dalla pandemia colpiscono oltre 80 mila aziende e 560 mila posti di lavoro a rischio.

La richiesta del wedding planner e dei professionisti del settore matrimoni è semplice. Arrivare ad un protocollo serio che possa permettere, se non la normale ripresa delle attività, almeno quella parziale.

Queste le sue parole riportate dall’Ansa:

“Quello che vogliamo non sono contributi o assistenzialismo, ma progettualità, regole, un protocollo serio e rigoroso per ricominciare a lavorare, tutti”

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