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A distanza di qualche anno Emma Marrone è tornata a parlare dell’Eurovision Song Contest e si è tolta qualche sassolino dalla scarpa. L’occasione per parlarne è arrivata con un’intervista concessa al Corriere della Sera in occasione del suo ritorno sul palcoscenico. Emma sta preparando il primo concerto dopo il Covid, due serate in programma all’Arena di Verona domenica 6 e lunedì 7 giugno. Ha dovuto rinunciare a qualcosa, come per esempio fuochi d’artificio e megaschermi, ma tutto verrà compensato dalla presenza di un corpo di ballo. Lei li ha chiamati “la forza umana” dicendo che è di sicuro migliore delle cose che invece non ci saranno.

Orgogliosa e felice di dare la possibilità a molti lavoratori dello spettacolo di rimettersi in moto, Emma in un secondo momento ha parlato dei pregiudizi che ha subito negli anni. Non ne porta il conto, ha imparato a non dar importanza a questo genere di critiche. Dal suo punto di vista, però, a volte sono state critiche decisamente ingiuste: “A volte ero troppo avanti e non sono stata capita”. Detto ciò è passata all’Eurovision 2014 che l’ha vista in gara per l’Italia. Non ha raggiunto un buon piazzamento nella classifica, ma non è di questo che si è lamentata oggi.

Nonostante siano passati sette anni, vedere trionfare i Maneskin ha risvegliato qualcosa in Emma. Non ha nulla contro la band, non è contro Damiano, Victoria, Ethan e Thomas che si è sfogata. Il suo pensiero è corso invece alle critiche che ha ricevuto per il suo abbigliamento e per l’esibizione. Emma ha spiegato di aver portato in gara un pezzo rock, La mia città, decidendo di non puntare sulla voce o sulla femminilità. Una scelta che doveva essere premiata, come avverrebbe oggi forse, invece con le è andata diversamente:

“Venni massacrata: si parlò solo degli shorts d’oro che spuntavano sotto l’abito e delle mie movenze. Ora che Damiano dei Måneskin si presenta a torso nudo e con i tacchi a spillo va bene: è evidente che c’è sessismo”

I Maneskin sono stati elogiati, premiati e apprezzati per la loro musica, hanno trionfato grazie a Zitti e buoni e alla loro performance. Sul palco sono liberi da tutto, da ogni stereotipo, da ogni schema e sfidano qualsiasi pregiudizio. Senza paura, senza timori, sono del tutto liberi come è normale che sia. Ed è anche questo che piace dei Maneskin. Con Emma invece tutto ciò non è stato notato, tutto si è concentrato, ha detto, sui suoi pantaloncini. Anche le giurie non apprezzarono la sua esibizione, ma lei fece una scelta: Emma non rilasciò interviste a Paesi che riteneva omofobi e razzisti, così da questi stessi Paesi non arrivarono voti.

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