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“Il fatto non costituisce reato”. Clizia Incorvaia è stata assolta in sede penale dal tribunale di Roma. L’influencer era stata rinviata a giudizio dopo che l’ex marito Francesco Sarcina l’aveva denunciata per aver postato alcune foto sui social della loro figlia minorenne. Il cantante non aveva dato l’autorizzazione a pubblicare gli scatti. Da qui l’azione legale. Il giudice che ha emesso la sentenza di assoluzione ha tempo 90 giorni per depositare le motivazioni. Nel frattempo la moglie di Paolo Ciavarro si è tolta qualche sassolino dalle scarpe. Commentando quanto stabilito dalla giustizia, non ha lesinato una frecciatina all’ex compagno. I legali di quest’ultimo hanno invece criticato l’assoluzione, sottolineando che la faccenda non è ancora conclusa sul versante civile ed evidenziando che tuttora Clizia non può diffondere immagini della figlia sui social. In altre parole, la modella siciliana potrebbe avere altri grattacapi di non poco conto.

Denuncia di Francesco Sarcina, Clizia Incorvaia commenta l’assoluzione

A volte il silenzio è una forma di rispetto. Altre volte è una forma di fiducia. Fiducia che le cose, quando sono VERE, trovino da sole il loro posto”, ha esordito in un post su Instagram Incorvaia dopo aver appreso di essere stata assolta. Quindi ha aggiunto: “Ho imparato che non tutto ha bisogno di essere spiegato, e che non tutto va esposto”. Spazio poi a quella che sembra essere una frecciatina all’ex: “Soprattutto quando la quotidianità viene utilizzata in modo strumentale per ferire, aumentare il proprio sé a discapito di tutti, anche dei nostri figli”.

Ci sono scelte che si fanno ogni giorno, lontano dai riflettori, guidate solo dal senso di responsabilità e dall’amore. Oggi scelgo di continuare così: con discrezione, con gratitudine, e con la serenità di chi sa di aver sempre agito in buona fede. E la giustizia lo sa. Il resto non ha bisogno di parole”, ha concluso l’imprenditrice digitale.

L’avvocata di Sarcina contro l’assoluzione

Anche l’avvocata di Francesco Sarcina, Maria Paola Marra, ha commentato quanto deciso dal tribunale, contestando la sentenza e palesando sconcerto. In particolare, la legale ha dichiarato che la stessa procura “che dopo due anni di indagine chiede il rinvio a giudizio di Incorvaia, arriva in udienza e sulla base degli stessi elementi chiede il proscioglimento”. L’avvocata ha aggiunto di essere ora curiosa di leggere le motivazioni della sentenza per capire perché i fatti esaminati non costituiscono reato.

Marra ha inoltre ricordato che ad oggi c’è un provvedimento civile che ha considerato il comportamento di Clizia, in riferimento alla pubblicazione delle foto della figlia minorenne sui social, non lecito e non conforme alla legge. Per questo, a Incorvaia resta vietato divulgare online contenuti della bambina. “Quello civile è effettivo tanto che c’è una indagine dei servizi sociali sui due nuclei familiari – di Incorvaia e del mio assistito Sarcina – Per quale motivo questo fatto non sia penalmente rilevante lo capiremo fra tre mesi”, ha concluso la legale.

Quando è scoppiato il caso

La vicenda era scoppiata dopo la denuncia presentata dal frontman de Le Vibrazioni che aveva accusato l’ex di aver mostrato più volte sui social la loro figlia Nina, 9 anni, per promuovere alcuni marchi, in violazione degli accordi stabiliti al momento della separazione. Sarcina aveva fatto riferimento ad almeno cinque episodi, oltre ad allegare alcuni messaggi scambiati con Clizia.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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