Skip to main content

Alessandro Cecchi Paone, ospite del programma di Nove La confessione (in onda venerdì 16 aprile alle ore 22:45), è tornato a parlare del suo coming out e del suo rapporto con la Rai, l’azienda in cui è sbocciato professionalmente. Per lui sono giunti gioie e dolori da Viale Mazzini: da un lato la Rai gli ha permesso di nascere, crescere e forgiarsi professionalmente; dall’altro, ad un certo punto, la stessa realtà che tanto gli ha dato gli avrebbe chiuso la porta in faccia, in modo inappellabile e perentorio.

Correva l’anno 2004 quando Cecchi Paone fece coming out, dichiarandosi omosessuale. Coincidenza vuole, secondo la sua versione, che da quel momento la Rai lo tagliò fuori da tutte le trasmissioni. E non solo come conduttore ma anche come ospite. Secondo quanto rivelato a Peter Gomez, direttore de Il Fatto Quotidiano online nonché timoniere del talk La confessione, da quando rivelò pubblicamente il suo orientamento tutte le porte gli furono sbarrate nella tv di stato.

In passato, il giornalista dichiarò che l’indicazione di metterlo fuori da ogni programma del servizio pubblico sarebbe arrivata dal “cardinale Tarcisio Bertone”. Gomez ha voluto andare a fondo della questione, chiedendo a Paone come possa essere sicuro che il diktat sulla sua presenza o meno nelle trasmissioni Rai sia arrivato da piani così alti. “Mi è stato detto in maniera esplicita da chi ha applicato questo editto. Pensa che neanche come ospite sono potuto entrare in Rai”, ha raccontato candidamente Alessandro. Tutto sarebbe cambiato dopo la fumata bianca in Vaticano che ha portato Papa Francesco al comando della comunità cristiana.

Cecchi Paone, la carriera in Rai tra gioie e dolori

Paone è approdato in Rai sul finire degli anni ’70. Lui stesso, nel corso della chiacchierata con Gomez, ha ricordato che è “nato in Rai 45 anni fa”. All’azienda ha dato tanto ed al contempo ha ricevuto molto. Per questo ricorda che a Viale Mazzini ha avuto l’occasione di “inventare ‘Uno mattina’” e di “inventare i programmi di cronaca del pomeriggio, di fare il telegiornale per i bambini”. “C’è un legame profondissimo”, ha rimarcato l’ex conduttore de La Macchina del Tempo.

Tutto è filato liscio fino a che non è arrivato il suo coming out. Da quel momento avrebbe riscontrato parecchi problemi con il servizio pubblico. Un periodo che Paone ricorda con sconforto e sofferenza: “Per me è stato un terribile dolore vedere che, in un Paese democratico, laico, senza più una religione di Stato, potesse arrivare una telefonata dal Vaticano e dire: ‘Questa persona, non solo non deve avere più programmi, ma non deve più apparire in televisione'”.

“E finché ci sono stati Ruini, Bertone e Ratzinger, io in Rai non sono più andato, neanche come ospite. Quando è arrivato Francesco è cambiato tutto”, ha concluso il giornalista.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

Lascia una risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.