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Peggiorano le condizioni di salute di Bruce Willis. Al divo di Hollywood è stata diagnosticata la demenza frontotemporale. Marlene Willis, la madre dell’attore, ha confidato agli amici più cari che il figlio è diventato molto aggressivo nell’ultimo periodo e che non la riconosce più. Inoltre non è possibile avere una conversazione normale e tranquilla con lui. Una situazione che però è del tutto normale data la sindrome di cui è affetto Bruce.

“Le sue reazioni sono molto lente, è sempre più aggressivo e non è più possibile avere una normale conversazione con lui. Anche se questo comportamento è normale nelle sue condizioni”, ha spifferato una fonte vicina alla donna al giornale Marca.

Bruce Willis ad oggi non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito. A rendere pubblica la notizia è stata la sua famiglia, l’ex moglie Demi Moore e l’attuale moglie Emma Heming. La famiglia ha spiegato che Willis ha avuto difficoltà nel parlare, nel comporre frasi e nell’usare parole che non gli sono familiari, a causa dei sintomi di questa malattia. Per questo motivo ha abbandonato il suo lavoro nel mondo del cinema.

Di recente la famiglia di Bruce Willis ha chiesto sostegno per aiutare la ricerca che aiuta a sconfiggere questa rara patologia che ha colpito la star 67enne. In più hanno ringraziato tutti per l’affetto e il supporto ricevuto negli ultimi mesi, anche a nome di Bruce.

Willis è padre di cinque figlie: Rumer (1988), Scout (1991) e Tallulah (1994) avute dall’ex moglie Demi Moore, Mabel (2012) e Evelyn (2014), nate dall’attuale compagna.

La malattia di Bruce Willis: che cos’è la demenza frontotemporale

La demenza frontotemporale è un termine generico che indica un gruppo di disturbi cerebrali che colpiscono principalmente il lobo frontale e temporale del cervello. Queste aree del cervello sono generalmente associate alla personalità, al comportamento e al linguaggio. Le demenze frontotemporali sono progressive, ma la velocità con la quale progrediscono verso la demenza generale varia.

Solitamente, queste demenze colpiscono meno la memoria rispetto alla malattia di Alzheimer. Proprio come nel caso dell’Alzheimer e di altre forme di demenza, al momento non esistono cure per rallentare o fermare la progressione di questa malattia. La prognosi della malattia è purtroppo infausta a lungo termine, con una media di sopravvivenza dalla diagnosi, di circa 8-10 an

Antonella Latilla

Per info email: [email protected] instagram: cheloidea21

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