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Britney Spears, per la prima volta, ha raccontato l’inferno vissuto negli ultimi 13 anni in modo dettagliato, crudo, a tratti dirompente. Non un post social con dichiarazioni a metà, non uno sfogo di una manciata di secondi, utile a un certo tipo di stampa per fare ulteriori ricami sulla sua intricata e delicata vicenda; la pop star, stavolta, ha pubblicato un audio di ben 22 minuti, in cui ha rivelato situazioni inedite di ciò che ha passato da quando è finita sotto la tutela legale del padre, per dirla all’americana da quando è entrata nella conservatorship. Quel che viene descritto dalla cantante a stelle e strisce è uno scenario da incubo, manipolatorio, zeppo di bugie e di colpi bassi nei suoi confronti. Ma anche uno scenario di una persona che ha tutto ed è un’icona globale – cioè lei stessa – e al contempo è attanagliata dalla fragilità, dalla solitudine e da un baratro interiore dentro al quale non si vede il fondo.

“Se sei una persona introversa come me, che si sente sola per la maggior parte del tempo e avevi bisogno di ascoltare una storia come questa oggi in modo da non sentirti sola, sappi questo: la mia vita è stata lontana dall’essere facile, e non sei sola”. Esordisce così Britney nell’audio fiume postato sui suoi profili social e poi cancellato a distanza di circa un’ora. Ormai però il messaggio ha iniziato a circolare in rete e sta facendo il giro del mondo. Il claim del vocale fa subito intendere che la Spears ha deciso di vuotare il sacco con rivelazioni scottanti. “Come ca…o hanno fatto a farla franca?”, si chiede la pop star, riferendosi ai suoi familiari. L’accusa verso di loro è netta: “Mi hanno letteralmente uccisa”.

Di recente la musicista è tornata a essere protagonista nel panorama musicale internazionale grazie alla pubblicazione di “Hold Me Closer”, il brano cantato in collaborazione con Elton John. E Britney fa partire il proprio sfogo proprio da tale canzone, spiegando i motivi che l’hanno spinta a immergersi nel progetto: “Ho avuto un sacco di opportunità, da Oprah a interviste, per andare su una piattaforma e condividere le difficoltà e qualsiasi cosa mi passasse per la mente. Davvero non penso che nulla di tutto ciò sia rilevante, soprattutto essere pagata per raccontare la mia storia. Mi sento come se fosse una sciocchezza”.

Spazio poi a perché abbia deciso di parlare solo ora. “Ho sempre avuto paura del giudizio e sicuramente provavo imbarazzo per l’intera faccenda – ha dichiarato -. C’era anche lo scetticismo per le persone ciniche e le loro opinioni. Adesso sono al sicuro, e sono disposta a condividere apertamente i miei pensieri e quello che ho passato”.

La Spears torna a quando iniziò a vivere l’incubo che l’ha accompagnata per più di dieci anni:

“C’era una squadra SWAT a casa mia, tre elicotteri. Ricordo che la migliore amica di mia madre e le mie due amiche avevamo fatto un pigiama party la sera prima. Mi hanno tenuta ferma su una barella. Ancora una volta, niente di tutto ciò aveva senso. Letteralmente l’entità della mia follia è stata quella di inseguire i paparazzi, che è ancora oggi una delle cose più divertenti che abbia mai fatto da personaggio famoso. Non so cosa ci fosse di così dannoso”.

Poche ore dopo a casa della star arriva un’ambulanza, ripresa da oltre 200 paparazzi. E poi le fotografie dei lei sulla barella. Quindi l’attacco frontale alla sua famiglia. Secondo la cantante la situazione non è precipitata in modo casuale, bensì perché chi le era vicino avrebbe architettato un piano diabolico per incastrarla:

“Ora so che è stato tutto premeditato. Una donna ha presentato l’idea della conservatorship a mio padre, e mia madre lo ha effettivamente aiutato a portare a termine la soluzione. Era tutto sostanzialmente già impostato. Non c’erano droghe nel mio corpo, niente alcol, niente. Era puro abuso”.

Allora stette in ospedale una quindicina di giorni. Secondo la sua versione, fu maltrattata: “Mi è stato detto, ogni giorno, che ero grassa. Dovevo andare in palestra, dovevo solo obbedire. Non ricordo di essermi mai sentita così demoralizzata. Mi hanno fatto sentire una nullità. E ho seguito tutto perché avevo paura. Ero spaventata”.

Inizia così a dipanarsi una situazione surreale. Da un lato la pop star sforna quattro album (“Circus”, “Femme Fatale”, “Britney Jean” e “Glory”), dall’altro convive privatamente le burrasche in corso con i suoi familiari che, a suo dire, la minacciavano. Spears ha trascorso quattro anni e mezzo alla Residency di Las Vegas. Anche in questo caso lo scenario sarebbe stato drammatico:

“Dovevo fare un nuovo spettacolo un giorno e sono andata alle prove e ho detto no a un ballerino. Ricordo solo che tutto è diventato davvero strano. Il giorno dopo mi è stato detto che dovevo essere mandata in una struttura e che avrei dovuto dire sul mio profilo Instagram che il motivo era perché mio padre era malato e aveva bisogno di cure. Piangevo e mi chiedevo il motivo per cui stessi subendo tutto questo. Mi hanno messa in uno stato mentale da incubo ed ero spaventata, facevano così per farmi sentire come se avessi bisogno di loro, e se non fai quello che diciamo, ti mostreremo chi è il capo”.

Nel mirino dell’artista non solo il padre ma anche la madre Lynn. Britney non le perdona il fatto di aver avallato senza provare a porre resistenza decisioni che l’hanno fatta stare male: “Onestamente sono più arrabbiata con mia madre perché ho sentito che quando i giornalisti l’hanno chiamata in quel momento e le hanno fatto domande su cosa stava succedendo, si sarebbe nascosta innocentemente in casa e non avrebbe parlato. Poteva trovarmi un avvocato in due secondi e invece accettava che mi venisse tolto anche il cellulare”.

Da anni la pop star è sostenuta dal movimento #freeBritney. Nell’audio di 22 minuti ha parlato anche dei suoi supporters:

“L’intera cosa che mi ha reso davvero confusa è che queste persone per strada stavano litigando per me mentre mia sorella e mia madre non stavano facendo nulla. Per me, era come se segretamente gli piacesse che fossi la cattiva, come se fossi incasinata: a loro piaceva semplicemente in quel modo. Penso che sia la cosa principale che mi ha ferito. Non sono riuscita a elaborare il modo in cui la mia famiglia è andata d’accordo per così tanto tempo”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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