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Guido Maria Brera a ruota libera. Il marito di Caterina Balivo, ossia lo scrittore che ha messo nero su bianco Diavoli, best seller poi divenuto acclamata serie televisiva (ora è in onda la seconda stagione su Sky), ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, parlando della sua “doppia vita”, vissuta tra finanza e letteratura, oltreché della moglie e della particolare educazione che cerca di dare ai suoi figli. Brera è una persona dalle mille risorse, in grado di transitare in un amen dal ruolo di finanziere a quello di intellettuale. A 29 anni fondò Kairos a Londra, realtà innovativa e di successo.

Brera, rimembrando i suoi inizi nel mondo del business, si ricorda così, parlando in terza persona. Anche allora aveva una “doppia vita”: “Era un ragazzo con una doppia vita: di giorno, in giacca e cravatta; di sera, metteva una tuta rossa e andava da Fratel Ettore ad assistere i senzatetto alla stazione di Milano. Quel frate era burbero ma meraviglioso: se esistono i santi, devono essere come lui. Una sera, mi fece inginocchiare e mi affidò alla Madonna. Disse: a lui pensaci te. Io non capii nulla, so che il giorno dopo, due colleghi che diventeranno i miei soci, Paolo Basilico e Roberto Condulmari, mi dissero: ci sarebbe una cosa nuova da fare, si chiamerà Kairos. Mi trasferii a Londra all’istante. Lo racconto per dire che, ai tempi, non mi faceva paura nulla, ero molto forte. Adesso, mi sento fragile”.

Guido Maria Brera fragile? E perché mai? L’imprenditore ha spiegato che ora, rispetto a ieri, è impressionato da un mondo che viaggia velocissimo, “dove tante persone sono sfortunate, vanno in ospedale, sono sotto le bombe”. Ha anche un’altra teoria circa la sua fragilità. In questo caso guarda alla sua dimensione interiore: “Forse arriva da più lontano: quando mia madre mi ha partorito, aveva appena perso sua mamma dopo una malattia e la paura della sofferenza degli altri mi è sempre appartenuta. Ora ho una fondazione, ma rivorrei l’equilibrio che avevo da giovane per fare volontariato sul campo”.

Qualche psicanalista potrebbe obiettare, affermando che la volontà di fare del bene ad altri potrebbe derivare da un senso di colpa derivato dal fatto che abbia guadagnato molti soldi facendo il trader. Una sorta di processo di espiazioni nei confronti di chi ha meno. Se fosse così? “Me lo chiedevo. Però, c’era anche qualcos’altro che ancora oggi non riesco a capire. I ragazzi escono, vanno in discoteca: cose che io ho sempre detestato. Mi chiedo ancora: chi ero?”.

Candida Morvillo, colei che lo ha intervistata per Il Corriere della Sera, si è poi avventurata in una domanda alquanto personale, chiedendo quando ha festeggiato il primo miliardo di lire. Brera ha cercato di dribblare il quesito, anche se qualcosa lo ha rivelato: “Ho guadagnato bene, ma non sono ricco come si potrebbe credere. Da giovane, in effetti, gli stipendi della finanza sono alti: quando passai da Milano a Londra, aggiunsi uno zero. Però la nostra carriera è come quella del calciatore: breve e a parabola. Certo, all’inizio, mi tolsi qualche sfizio, inclusa un’affettatrice costosissima”.

Guido Maria Brera e il legame con la moglie Caterina Balivo

L’amore, quello importante, quello di una vita, lo ha trovato assieme a Caterina Balivo, nota conduttrice televisiva. La crisi coniugale vissuta durante il primo lockdown (raccontata dalla stessa presentatrice) è alle spalle. “Amo il suo saper essere leggera restando una persona di spessore. Mi aiuta usando due armi: sensibilità e capacità di sdrammatizzare”, ha spiegato lo scrittore. Con l’ex timoniera di Detto Fatto ha dato alla luce due figli di 9 e quattro anni. Di recente, a proposito dell’educazione dei giovanotti, una sua esternazione ha fatto discutere non poco. Brera ha dichiarato che ai figli bisogna insegnare non il cinese, ma a guidare il trattore. Non proprio ciò che ci si aspetterebbe da un guru della finanza. Il businessman rivendica, oggi più di ieri, quelle parole:

“I tempi mi stanno dando ragione: la crisi energetica, alimentare, climatica dimostrano che serve un ritorno alla terra. Ai figli ho vietato i videogiochi e imposto di studiare non oltre un’ora e mezza: dopo, fanno attività all’aperto. Devono imparare a studiare in poco tempo perché la vita chiederà di saper fare tutto in fretta”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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