Skip to main content

Arisa, al secolo Rosalba Pippa, ha rilasciato una serie di dichiarazioni su Giorgia Meloni che stanno facendo parecchio discutere. La cantante, intervistata dal giornalista Peter Gomez nel programma La Confessione, ha toccato il tema relativo alle idee del governo in carica e alle posizioni dello stesso esecutivo in merito alla comunità LGBTQI+.

“Giorgia Meloni mi piace perché ha molta ca**imma. Questa cosa andrà contro di me. Una volta ho fatto un discorso dicendo che la signora Meloni mi piacesse. Tutti i miei amici mi avevano sconsigliato di farlo, affermando che sarei stata additata come fascista”. Così Arisa chiacchierando con Gomez, il quale, poco dopo, le ricorda che la Presidente del Consiglio e la sua sponda politica hanno posizioni assai nette sulla comunità LGBTQI+.

La sottolineatura del giornalista non è arrivata a caso. Anzi è stata volta a portare a galla un’antitesi tra quel che la stessa Arisa ha sostenuto e ciò che lei medesima difende sul tema diritti. Per intenderci, l’artista è stata madrina del pride nel 2022. Insomma, pare che qualcosa non torni nelle sue dichiarazioni. Ecco allora che l’ex prof di Amici ha provato a dare un senso, che francamente resta sfuggente, al suo ragionamento:

“Non sono posizioni aperte le sue, però secondo me lei si comporta come una mamma molto severa e spaventata. Una madre che non è solo madre di un figlio, ma ne ha 4 e allora sembra che lei faccia cose che vadano bene per tutti e 4 i figli, magari penalizzandone uno. Secondo me ci vuole tempo e da parte nostra un cambio di atteggiamento, non sempre in lotta ma in dialogo. Io vorrei provare ad ampliare un po’ la rappresentanza sui media rispetto alla comunità LGBTQI+, che non è fatta solo di macchiette o scene plateali, ma di gente normalissima. Penso che dobbiamo smettere di spaventare, ma dimostrare che siamo gente wow. La gente che fa un certo percorso e che sceglie liberamente e fa una scelta così difficile, sviluppa una sensibilità maggiore, è un grande dono per la comunità. Mi piacerebbe che le persone avessero la pazienza e l’amore di farle capire certe cose, perché lei è veramente una che può portarci ad alti livelli, ha la ca**imma e noi serve una persona così”.

Inutile dire che il pensiero espresso dall’artista è stato parecchio commentato in rete ed ha diviso. Da un lato chi ‘ha applaudita, in particolare gli elettori di destra, dall’altro chi ha sostenuto che abbia messo assieme capre e cavoli. In effetti servirebbe una ulteriore spiegazione sulla metafora riguardante il “figlio penalizzato”. Chissà che significa. Ad Arisa, tra l’altro, andrebbe ricordato che l’Italia è un Paese parecchio arretrato sulla questione dei diritti LGBTQI!. E non lo dice qualche elettore di sinistra per mettere in cattiva luce il governo di destra. Lo dicono le leggi che ci sono. Anzi, che non ci sono a tutela di alcuni fenomeni. E lo dice pure il parlamento europeo che, solo poche settimane fa, ha paragonato l’Italia all’Uganda.

Il Parlamento europeo ha definito preoccupante la situazione in Italia della comunità LGBTQI+. Tramite una risoluzione, Strasburgo ha condannato la nuova legge approvata dall’Uganda che prevede pesanti pene per gli omosessuali. All’interno del testo, è stato inserito un emendamento proposto dai Verdi in cui si condanna l’uso della “retorica” contro la comunità LGBT in Ungheria, Polonia e, per l’appunto, Italia. Un accostamento che ha fatto scattare l’ira della destra italiana.

Arisa forse dovrebbe ricordarsi di queste cose e soprattutto dovrebbe sapere che una mamma, se pensa che una cosa sia giusta, anche se finisce per scontentare tre figli e farne contento uno, dovrebbe attuarla. Per il semplice motivo che è una cosa giusta.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

Lascia una risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.