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I pm di piazzale Clodio, a Roma, continuano a indagare sulla morte di Teodosio Losito, vale a dire sul cosiddetto AresGate, per cercare di capire se ci sia lo spazio per dare il via ad un processo oppure no, e quindi procedere con l’archiviazione del caso. Dopo le testimonianze giunte negli ultimi giorni da diversi personaggi che hanno avuto a che fare con l’Ares, direttamente o indirettamente (già sentiti, tra i vip, Gabriel Garko, Barbara d’Urso, Massimiliano Morra, Adua Del Vesco/Rosalinda Cannavò e Giuliana De Sio), nelle scorse ore in procura è stato il turno di Nancy Brilli. L’attrice aveva parlato dell’Ares in tempi non sospetti con Dagospia. Nelle scorse ore, inoltre, sull’AresGate ha rotto il silenzio la figura più importante dell’intera vicenda, Alberto Tarallo, tramite un’intervista al Corriere della Sera.

Nancy Brilli, come rende noto l’Ansa, è stata ascoltata come persona informata sui fatti. E come per le altre persone convocate a piazzale Clodio, l’atto istruttorio, durato alcune ore, si è concentrato sul rapporto di lavoro che la Brilli ha avuto con la casa di produzione, ora fallita. Si ricorda che Nancy ha lavorato in passato con Ares comparendo in titoli di successo come “Il Bello delle Donne”, “Donne Sbagliate”, “Caterina e le sue figlie”.

Al termine dell’audizione l’attrice non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Delle esternazioni, però, le fece mettere nero su bianco pochi mesi fa, quando parlò con Dagospia a cui rivelò di non avere rapporti con Tarallo da molto tempo. “Da un giorno all’altro sono stata eliminata dalla produzione – dichiarava l’attrice romana -. Non era gente cui con avessi particolarmente passione a lavorare. C’erano persone che non mi piacevano, la gestione non era chiara. So che fino al giorno prima lavoravo e il giorno dopo non lavoravo più”.

Tarallo sull’AresGate: “Lucifero non esiste. Adua Del Vesco? Sventurata, non sa quel che dice”

L’avvocato penalista Daria Pesce, nelle scorse ore, ha parlato con il Corriere della Sera, assieme al suo assistito, Alberto Tarallo. Lungo l’intervista il legale e l’ex numero uno di Ares si sono difesi. “Lucifero non esiste, non è mai esistito. E di certo non sono io”, ribadisce Tarallo che poi si scaglia contro gli attori che hanno gettato ombre sul suo operato.

La vendetta miserabile di attorucoli senza né arte né parte, che dopo di noi non hanno mai più lavorato”, chiosa Tarallo che definisce Rosalinda Cannavò “una sventurata che non sa quel che dice”. Spazio anche a Massimiliano Morra, “quello che poi, uscito dalla Casa del Grande Fratello Vip, ha cambiato idea e mi ha chiesto scusa“.

Ce ne è anche per Garko. In questo caso Tarallo si affida ad una lettera al vetriolo che sostiene sia stata scritta da Teo Losito. “Caro Gabriel… ai provini ti schifavano, non interessavi, non bastava essere il più bello d’Italia. Non ti voleva nessuno, noi per te abbiamo messo a rischio il nostro lavoro. Alberto ti ha mascolinizzato. Sei una persona molto arida. Hai saputo mettere le persone una contro l’altra, con i tuoi comportamenti da mign…”, le parole della missiva che avrebbe scritto Losito tempo prima del suicidio.

Tarallo ha anche affrontato il capitolo regole all’interno dell’Ares, uno dei punti più dibattuti della vicenda: si trattava di norme tutto sommato normali oppure di costrizioni?

Nessuna costrizione – afferma il fondatore di Ares -, solo una certa disciplina, giusta contropartita di compensi stellari. Anche a me piacerebbe guadagnare centinaia di migliaia di euro senza sacrifici o rinunce, però nello spettacolo non funziona così. Garko e la Grimaldi avrebbero voluto rendere pubblico il proprio vero orientamento sessuale, in contrasto con i personaggi che interpretavano. Ma il pubblico delle fiction non glielo avrebbe mai perdonato, lo sapevano benissimo”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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