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Dalla serie, chi a orecchie per intendere intenda. Gerry Scotti, intervistato dal Corriere della Sera, ha commentato l’addio alla Rai di Amadeus. E non ha detto cose scontate. Con il consueto garbo e non con toni offensivi, ha dichiarato ciò che molti pensano e che in pochi dicono pubblicamente. Che alla fine, certo che hanno avuto un peso anche le intenzioni di Sebastiani di andare alla ricerca di nuovi stimoli professionali, ma che probabilmente all’origine della decisione di trasferirsi al Nove ci sia anche una questione economica. Discovery infatti ha ricoperto d’oro ‘Ama’. Se si aggiunge che gli ha dato carta bianca su svariati progetti, si comprende in fretta perché il conduttore abbia scelto di fare le valige e di andarsene da una Rai sempre più ‘politicizzata’.

“Amadeus ha lasciato la Rai? Meno male, va a stare bene”, ha chiosato Gerry con piglio, per poi aggiungere: “Prima stava male? No no, ma forse aveva voglia di togliersi qualche sfizio, anche dal punto di vista economico: non andiamo nella gabbia del leone solo per ricevere applausi. Amadeus approda in un mondo nuovo con responsabilità e impegni, con la possibilità di sviluppare progetti inediti. Da anni auspico grandi cambiamenti nello scacchiere televisivo, se no è una noia”.

Il ragionamento di Scotti non fa una piega. E lui non è pronto a cambiare dopo tantissimi anni a Mediaset? Pare proprio di no. Il conduttore pavese ha spiegato che ha un legame professionale e umano molto solido con Pier Silvio Berlusconi che vuole che lui “tagli come minimo il traguardo dei 70 anni a Mediaset (Gerry compirà 68 anni il prossimo 7 agosto, ndr)”.

Quando gli è stato chiesto di commentare se esista o meno una tv di Stato in salsa “Tele Meloni”, ha dribblato con astuzia la domanda, dicendo che lui, lavorando per una tv commerciale, cioè Mediaset, non deve compiacere alcuna parte politica ma solamente i suoi sponsor: “Sono loro a garantire la mia libertà”.

Spazio anche al tema Sanremo. Gerry non è mai stato chiamato a condure il Festival. Nemmeno nel 2025 sarà della partita. Nonostante ciò non ha alcun rammarico: “Il Festival non mi manca, davvero. Penso la Rai debba scegliere tra il cambiamento, Cattelan o De Martino, oppure la continuità e allora devono puntare sul più bravo di tutti: Carlo Conti”.

Gerry Scotti e le incavolature sul lavoro: questione di esigenza e professionalità

Con il Corriere della Sera, ha anche spiegato l’atteggiamento che ha dietro le quinte dei set televisivi. Scotti ha spiegato che è capitato che qualche volta abbia perso le staffe. Essendo una persona scrupolosa e dedita al lavoro, pretende che tali comportamenti siano mantenuti anche da coloro con cui collabora. Quando è capitato il contrario, qualche incaz**tura c’è stata:

“Quando le cose non vanno come dovrebbero andare. Se in studio sanno che arrivo a una certa ora deve funzionare tutto. Sono puntale ed esigente, pretendo grandissima attenzione, chiedo a tutti di stare sul pezzo. È un difetto che può sfociare in qualche incaz**tura, ma il mio pregio è che dico le cose in faccia e poi mi passa subito. Non serbo mai rancore”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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