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Benedetta Primavera è finalmente sbarcato su Rai Uno. Loretta Goggi is back, nelle sue molteplici sfaccettature, con il suo sconfinato talento, che non ha età. A 72 anni, gli ultimi dei quali trascorsi in ‘esilio volontario’ dalla tv (eccezion fatta per Tale e Quale Show). l’artista romana canta, imita e recita che è una meraviglia. Lo show, invece, in qualche tratto ha lasciato un po’a desiderare, anche se tutto sommato una abbondante sufficienza la merita. Il voto avrebbe potuto pure essere più alto, magari con quale accorgimento sulla scaletta. I momenti più emozionanti della serata sono giunti dopo le 23 (buona parte del pubblico di Mamma Rai a quell’ora sta già facendo sogni d’oro o poco ci manca).

Tra le cose riuscite del varietà senza dubbio il duetto virtuale tra la compianta Mia Martini e Mietta che ha duettato con l’ologramma della sorella di Loredana Bertè sulle note della leggendaria “Gli uomini non cambiano”. Emozioni a profusione e groppo alla gola. Altro momento da incorniciare, avvenuto subito dopo il ‘tandem’ Mimì-Mietta, è stato quando la padrona di casa Loretta Goggi ha intonato dopo anni “Io Nascerò”. Pure in questo caso cascata di emozioni e la riprova che il talento della Goggi, nonostante le 72 primavere sul groppone, è rimasto cristallino.

Ecco che poi ha fatto il suo ingresso in studio Chiara Francini, attrice che ha avuto un balzo di popolarità di recente, rendendosi protagonista di un monologo di spessore al Festival di Sanremo 2023. Pure a Benedetta Primavera ha fatto la differenza, con una presenza puntale e per nulla banale.

Ebbene, perché cotanti blocchi interessanti (il duetto, Loretta che canta “Io nascerò” e la performance appunto di Francini) sono stati posti dopo le 23 e non prima? Con una scaletta invertita, almeno in parte (ad esempio, Heather Parisi, che ha aperto le ospitate big, poteva tranquillamente slittare nella seconda parte), molto probabilmente il varietà avrebbe guadagnato ulteriori punti.

Insomma, metaforicamente parlando, i fuochi d’artificio, quando li si hanno in serbo, non bisogna spararli tutti all’inizio, ma nemmeno tenerli tutti alla fine. Sganciarne qualcuno nella prima parte di scaletta sarebbe auspicabile.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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