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Giuseppe Vessicchio, detto Peppe, è un volto ben noto nella memoria degli italiani, in primis per le sue partecipazioni al Festival di Sanremo come direttore d’orchestra. Intervistato a Il Giornale, il maestro ha avanzato alcune riflessioni sul panorama musicale attuale e sulla kermesse, non senza qualche riferimento ai progetti attuali che lo vedono coinvolto.

Vessicchio di nuovo a Sanremo? Ecco la verità

Nessuna certezza, al momento, di rivedere Giuseppe Vessicchio a Sanremo: “Dipende da chi ci va. Se è un amico mi chiama, altrimenti no. Ad esempio Mario Biondi mi chiamerebbe” ha spiegato, per poi specificare che, al momento, non è dato sapere se il cantante citato parteciperà o meno alla kermesse. Se qualche cantante o casa discografica dovesse chiamarlo, però, non è da escludere che Vessicchio possa tornare a dirigere l’orchestra del Festival.

Il Sanremo attuale, secondo il maestro, mette poco alla prova gli artisti. Qualche anno fa, ha svelato Vessicchio, si era manifestata la possibilità di vederlo nell’inedita veste di conduttore: “Ci aveva pensato Claudio Baglioni all’epoca di Claudio Bisio e Virginia Raffaele. Aveva pensato un ruolo per me e anche il vicedirettore Fasulo era d’accordo“. Poi, però, saltò tutto: “Lo bloccò l’ufficio scritture della Rai. C’è un procedimento che mi riguarda per una questione di diritti connessi. Non s’è più fatto niente. Al momento non posso ancora avere contratti con Rai. Visto quanto in media durano processi e appelli in Italia, penso che la mia storia con la Rai sia finita” ha spiegato.

Il maestro, infatti, aveva intentato una causa contro la Rai poiché gli erano stati negati i relativi diritti per l’utilizzo di musiche da lui composte e interpretate per un programma televisivo, ovvero La prova del cuoco. Il Tribunale di Roma gli ha recentemente dato ragione.

Due parole anche sull’autotune, ora utilizzabile anche al Festival di Sanremo. Il parere di Vessicchio a riguardo è stato molto chiaro: “L’autotune è come il T9, è comodo ma non aiuta lo stile. Diciamo che allarga la possibilità di partecipare, ma è una maschera. Io credo che il suono della propria voce sia inalienabile, è un elemento della nostra identità“.

Peppe Vessicchio e le canzoni come “ami”: la riflessione

Giuseppe Vessicchio ha appena presieduto la giuria del Festival di Castrocaro, che il 22 settembre eleggerà il vincitore tra i dieci finalisti. Il maestro ha quindi avanzato una prima riflessione sui giovani nel contemporaneo panorama musicale: “I ragazzi vogliono colpirti al primo colpo con verbi, ripetizioni, cacofonie varie. Nel complesso c’è gente di talento ma, come capita adesso, non approfondisce. Anche Lucio Battisti scriveva musica magari di getto. Ma poi ci rifletteva su sei mesi prima di pubblicarla. Ora no” ha spiegato.

Le canzoni, ha continuato Vessicchio, vengono pubblicate come se fossero “ami”: “Se qualcuno abbocca, allora si inizia ad approfondire“. Il risultato, ha spiegato, è che l’asticella non si alza mai e gli artisti sono poco invogliati ad alzarla. Nel momento in cui gli è stato chiesto di fare qualche esempio, Vessicchio non si è tirato indietro dal fare qualche nome: “Prenda Lazza. Ha capito una formula e la sa fare bene. Dentro di sé è molto di più, solo che non è incentivato. Anche Salmo è uno che musicalmente secondo me è molto di più di quel che si sente. J-Ax invece è uno che viene dalla gavetta ed è migliorato molto“.

I progetti del maestro Vessicchio: la polifonia in acqua

La folta barba è da sempre l’elemento caratteristico di Giuseppe Vessicchio. Un maestro senza barba sembrerebbe essere fuori discussione, essendo diventata una vera e propria compagna di vita: “Non la taglio da quando avevo 16 o 17 anni. Avevo una produzione pilifera spaventosa e non avevo voglia di stare dietro alla barba che cresceva ogni giorno a dismisura” ha detto. “Oggi se mi tagliassi la barba, non mi riconoscerebbero neanche mia moglie e i miei figli” ha continuato.

Qualche accenno, infine, ai progetti attuali che vedono coinvolto il maestro: “Ho riallacciato i rapporti con la musica colta, alla Scala i solisti hanno suonato una mia composizione. Poi sto lavorando alla colonna sonora del film di Bille August, premio Oscar e due volte Palma d`Oro a Cannes. E continuo a studiare la polifonia in acqua“. In seguito, è arrivata la spiegazione su tale polifonia, con le frequenze acute che, in acqua passano più velocemente di quelle gravi.

Luca Fabbri

Nato nel 1999, vive a Roma. Laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza con una tesi sulla fiction Rai, è specializzato in video – editing e sceneggiatura. Negli anni ha coltivato altri interessi come l’editoria online, la grafica e la regia. Curiosità e senso del dovere sono il binomio che più lo contraddistingue.

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