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La storia di Martina Panini a Tu sì que vales ha colpito tutti. La ragazza si è presentata come make up artist, ma il talento portato in scena questa sera è stato un altro. Martina ha 34 anni, viene da San Sepolcro, in provincia di Arezzo, e ha una storia caratterizzata da lotte per vivere liberamente, senza il peso dei pregiudizi addosso. Martina infatti ha un handicap, è sorda e per questo porta due apparecchi acustici. Lo ha scoperto a tre anni e molto presto sono iniziati episodi di violenza: ha raccontato che veniva picchiata dai suoi coetanei perché le chiedevano di parlare meglio. Ma non è l’unica lotta che ha dovuto combattere: Martina ha lottato anche per vivere la vita stando bene con sé stessa e con il suo corpo. Lei è nata Marco, ma si è accorta a cinque anni di essere nata in un corpo sbagliato.

Martina Panini racconta la sua storia a Tu sì que vales

Martina sentiva di essere donna ma intrappolata nel corpo di un uomo e la prima persona a essersi accorta di questo è stata sua nonna Antonia. Lei è stata l’unica ad appoggiarla sempre e comunque, a sostenerla, anche economicamente, e a non farle mancare mai il suo affetto. E Martina ne ha avuto tanto bisogno, visti i numerosi atti di bullismo nei suoi confronti. Le offese delle persone sono state motivo di sofferenza, ma in sua nonna trovata tutta la comprensione del mondo. “I nonni sono il patrimonio dell’umanità”, ha detto. I suoi genitori hanno fatto più fatica a capire cosa significa nascere in un corpo sbagliato ed essere sorda. Hanno alzato un muro con lei e sua nonna è stata la sua guida, rimanendole accanto anche nel giorno dell’intervento.

Tu sì que vales, la storia di Martina e sua nonna: “Combatto tuttora, ma è dura”

La giovane make up artist della puntata del 10 ottobre 2020 di Tu sì que vales con la sua storia ha voluto lanciare un messaggio a chi come lei ha un orientamento sessuale diverso e ha avviato un percorso di cambiamento. Un invito a non mollare, a combattere. E soprattutto si augura di non dover subire più ingiustizie anche sul lavoro, a causa del suo handicap e per essere nata uomo. Lei non si è mai arresa, ha sempre combattuto: “E tuttora combatto, però è dura”. Sogna un mondo diverso in cui le persone siano più comprensive e rispettose delle vite degli altri, ma anche di un handicap.

Sabrina Ferilli, il discorso sull’inclusione a Tu sì que vales

E poi ha invitato i genitori a essere felici per i propri figli, sempre e comunque. Ora lei vive con sua mamma e suo papà, hanno recuperato i rapporti e oggi la appoggiano e la stimano. Eppure in passato è arrivata a odiarli. Maria De Filippi è rimasta stupita dal ruolo della nonna in questa storia, perché è stata più comprensiva rispetto ai genitori seppure appartenesse a una generazione precedente. Sabrina Ferilli ha condiviso con tutti una sua riflessione a tal proposito, dicendo che in passato le persone avevano un’apertura diversa verso gli altri, che erano più accoglienti. E poi ha fatto un discorso che ha scatenato gli applausi di tutto lo studio:

“La sensibilizzazione rispetto a questi problemi dovrebbe essere giornaliera. Non sono queste le divisioni da portare, le differenze da sottolineare. La differenza è tra la persona per bene e quella di malaffare. Tra il disonesto e l’onesto. Tra il mascalzone e la persona corretta. Queste sono cose che riguardano esclusivamente la sfera personale. E proprio perché dietro c’è sofferenza ci dovrebbe essere da parte nostra un’attenzione e un’accoglienza in più”.

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