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michael jordan BullsThe Last Dance, la docu-serie distribuita da Netflix su Michael Jordan e i Chicago Bulls: perché merita di essere vista

The Last Dance non tradisce le aspettative. L’attesissima docu-serie in 10 episodi con protagonisti il leggendario Michael Jordan e gli altrettanto leggendari Chicago Bulls è sbarcata su Netflix il 20 aprile 2020 (con i primi due episodi. I restanti saranno diffusi a cadenza settimanale). Negli Usa ha già fatto impazzire migliaia e migliaia di amanti del basket. E non solo, perché il prodotto confezionato da Mandalay Sports Media, in collaborazione con NBA Entertainment e Jump 23, è una chicca che mescola storie di vita, di vissuti che esulano dal solo universo della pallacanestro. Trattasi di un racconto che, almeno da quanto promesso nei primi due episodi, dipana i contorni di una vicenda agonistica unica…

Jordan e l’ascesa nell’olimpo planetario dello sport

La serie si architetta su dei salti mortali temporali, balzando da un MJ ragazzino a un MJ nell’olimpo dello sport mondiale. Si passa da un’epoca all’altra, senza però mai perdere il filo del discorso. In mezzo, le interviste e gli estratti di altri protagonisti dell’epopea mitica dei Chicago Bulls. Giusto per nominare tre pezzi da novanta, i più noti, ecco l’eccentrico Dennis Rodman, il posato Scottie Pippen (compagni di squadra di ‘Air J’) e il saggio Phil Jackson (il coach di quei Chicago ‘favolistici’).

The Last Dance, la leggenda dei Bulls e di Michael Jordan: perché è imperdibile

La narrazione, il cui fine è quello di arrivare al termine della stagione del 1998 – quella in cui i Bulls vinsero il loro sesto e ultimo titolo NBA (poi venne smantellata la squadra) -, fa emergere anche le dinamiche interne che si vennero a creare nel team. Screzi tra giocatori e dirigenza, l’ascesa di Jordan a divo planetario, il rapporto con la tifoseria e la città (pensare che prima dell’arrivo di Michael lo stadio era semivuoto. Con lui in campo bisognava fare miracoli per trovare un biglietto). E ancora: tensioni per i contratti, sfide nelle sfide di Jordan con gli avversari e molto altro. Una moltitudine di materiale che è stato sapientemente amalgamato, restituendo i contorni reali di due leggende: Jordan e i Bulls, che poi si sono fusi in un tutt’uno. Perché non ci sarebbero stati i Chicago senza Jordan e, probabilmente, non ci sarebbe stato Jordan (almeno a livelli così dominanti e pirotecnici) senza i Chicago Bulls. Date un occhio a The Last Dance se riuscite, merita!

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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