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Alfonso Signorini è riuscito nell’impresa di condurre in porto il Grande Fratello Vip 5, una vera e propria odissea. Oltre 5 mesi di programma, per la maggior parte delle volte con il doppio appuntamento settimanale, lungo più di 3 ore, in prime time su Canale 5. Chi conosce le dinamiche della tv sa bene che simili numeri richiedono un dispendioso impegno di forze fisiche e creative. Tirare fuori il coniglio dal cilindro ogni 3 o 4 giorni, non è affatto semplice. Figuriamoci in uno show come il GF Vip, dove il rischio di stufare con i ‘soliti’ inquilini è dietro l’angolo. Il direttore di Chi, invece, seppur con alti e bassi, è riuscito nell’impresa, c’entrando pienamente il solo obbiettivo che ha permesso a Mediaset di poter tirare così per le lunghe uno show: la fidelizzazione del pubblico.

Il nodo cruciale di qualsivoglia reality in relazione alla sua durata e alla sua sopravvivenza è piuttosto semplice da spiegare: se si riesce a fidelizzare una buona fetta di pubblico, come dice la parola stessa, quel pubblico ti sarà fedele fino alla fine. Ed è ciò che ha saputo fare Signorini, naturalmente coadiuvato dalla poderosa macchina organizzativa orbitante attorno al programma. Certo i numeri di ascolti e share non sono paragonabili a quelli di parecchi anni fa. Anche qui però urge una rapida riflessione: tutta la tv generalista sta perdendo terreno a causa dei colossi come Netflix, Amazon Prime, Sky, senza contare i canali web. In mezza a siffatta rivoluzione copernicana, il GF Vip può considerarsi un trionfo.

La ‘mano’ di Signorini sul Grande Fratello Vip 4 e 5

La mano di Signorini sulla trasmissione già la si era vista nella quarta edizione, la prima con lui alla guida. Nella quinta il giornalista ha posto un ulteriore suo ‘imprinting’, portando le sotterranee dinamiche gossippare, di cui è espertissimo, dentro e pure fuori dalla Casa in modo ancor più marcato. Altra dote che va riconosciuta al conduttore è quella di riuscire sempre a capire quali tasti emotivi andare a toccare per innescare storie e sviluppi utili al proseguimento del gioco. A ciò si aggiunge che Alfonso conosce a menadito i tempi televisivi e sa sfruttarli con maestria.

Dunque, giudizio più che positivo se si guarda al solo versante televisivo. La musica cambia se si porta il discorso ‘Conduzione Signorini’ sul piano morale ed etico.

Signorini e i tasti dolenti del GF Vip 5

Prima di affrontare tale capitolo, urge una premessa: la questione ‘morale’ ha una sensibilità soggettiva. Altrimenti detto, si è nel campo delle opinioni e ognuno può avere la propria. Ciò detto, ecco la prerogativa su cui imbastire un qualsivoglia discorso: la tv deve educare oppure no? La domanda è basilare perché dalla risposta ad essa collegata dipende in larga misura il giudizio sul tema. Chi scrive non pensa che la tv debba educare. O almeno solo educare. Dall’altro lato non deve comunque andare oltre certe soglie. Soglie che durante la quinta edizione del GF Vip sono state qualche volta superate.

Ad esempio l’atteggiamento di Antonella Elia, per gran parte del reality, è stato tollerato anche quando non avrebbe dovuto esserlo. Il patatrac finale si è consumato con una bruttissima pagina televisiva (il faccia a faccia con Samantha De Grenet). Un freno alla torinese avrebbe potuto essere messo prima.

Altro tema in cui è scivolato Signorini, paradossalmente, è stato quello dell’omosessualità, a volte snocciolato con un po’ di faciloneria. “Noi omosessuali abbiamo una sensibilità particolare”, è suonato come un poco ‘categorizzante’. E infatti Stefania Orlando, seppur molto velatamente, non ha tardato a farlo notare: “Non ho categorie, divido il mondo tra brave persone e meno brave”. La ‘patente della sensibilità’ può attendere.

C’è poi stata una gestione dei casi di squalifica piuttosto confusa. La materia è spigolosa e assolutamente non semplice da trattare, sia chiaro. Però qualcosina in più si poteva fare. A partire dalla selezione del cast, per evitare anche agli stessi ‘epurati’ il ‘pubblico ludibrio’. Non c’era proprio nessun altro da coinvolgere al posto di Alda D’Eusanio e Filippo Nardi che fin dal primo giorno nella Casa si è capito che erano delle bombe ad orologeria (che infatti sono esplose)? E ancora: in entrambi i casi, prima che si giungesse alla cacciata, non si poteva dare una ‘correzione’ invece che ritrovarsi con due patate bollentissime da sbrogliare?

Altro punto assolutamente da chiarire per eventuali future edizioni è quello inerente al televoto: ad oggi permangono troppi lati oscuri sul meccanismo delle preferenze.

Infine il capitolo Gregoraci: ok, ‘Eli’ attira attenzione per tutta una serie di motivi, a partire dal suo passato con Briatore. Ma ‘spremerla’ tanto era proprio necessario (sicuramente la conduttrice si poteva anche sfilare dallo show e dunque guai a parlare di ‘sfruttamento’)?

Alla luce di tutto ciò alla ‘Conduzione Signorini’ si dà un bel 7, partorito da una media che sul versante televisivo vale un 9, su quello ‘morale’ un 5.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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