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Selvaggia Lucarelli e quella ‘profezia’ che si è avverata al cento per cento. La giornalista del Fatto Quotidiano, poche ore prima che iniziasse la finale del Festival di Sanremo sui suoi canali social ha fatto una previsione in merito a ciò che si sarebbe visto durante la l’ultimo atto della kermesse canora. Con il senno di poi, si può facilmente notare che ha praticamente azzeccato quasi per filo e per segno quel che in effetti si è visto sul palco dell’Ariston. No, non si tratta di ‘magia’ o fortuna. Semplicemente di un occhio ‘clinico’, quello appunto della Lucarelli, in grado di leggere anticipatamente gli eventi.

In una Stories pubblicato sul proprio profilo Instagram, il volto di Ballando con le Stelle, poco prima dell’inizio della finalissima, aveva previsto che avrebbe trionfato Marco Mengoni. “Un premio più alla carriera che alla canzone”, la chiosa della giornalista. Eh sì, ha vinto Mengoni con il brano “Due vite”. Un’ottima canzone ma non certo la migliore del suo repertorio. Il secondo pronostico (questo non facile da azzeccare), ha riguardato Mr.Rain. La Lucarelli ha previsto che sarebbe finito nella cinquina di artisti che si sarebbe giocata la vittoria. “Potrebbe arrivare tra i primi cinque, ma la sala stampa lo ucciderà in culla”, anticipava la giornalista. E così è stato, con l’artista bresciano che si è classificato in terza posizione con il brano “Supereroi”.

La Lucarelli, sempre nella sua ‘profezia’ aveva anche punzecchiato Chiara Ferragni: “La co-conduttrice indosserà una gigantesca collana a forma di utero e abiti sempre con te*te scolpite e stilizzate, metafore di boh”. Al di là del sarcasmo con la quale ha intriso le sue previsioni, pure in questo caso Selvaggia ci ha visto lungo.

Infine il commento sulla lettera che Zelensky ha inviato al Festival e che Amadeus ha letto a notte fonda. “La lettera di Zelensky conterrà qualche riferimento alla musica mescolato a metafore belliche e poi boh”, aveva anticipato sempre la Lucarelli. E così è stato. Da segnalare che la missiva spedita alla kermesse dal numero uno di Kiev è stata divulgata a tarda ora. Viene da chiedersi che senso abbia avuto siffatta operazione. Se si decide di dare spazio a un presidente che sta lottando in una guerra atroce e sanguinosa, sarebbe il caso di dare risalto alla faccenda piuttosto che relegarla a notte fonda. Ma tant’è.

Slevaggia Lucarelli pronostico

Sanremo, la lettera integrale di Zelensky

Di seguito la lettera integrale di Zelensky letta da Amadeus:

“Cari partecipanti, organizzatori e ospiti del Festival! Da più di sette decenni, il Festival di Sanremo si sente in tutto il mondo. Si sente la sua voce, la sua bellezza, la sua magia, la sua vittoria. Ogni anno sulle rive del Mar Ligure vince la canzone. Vincono la cultura e l’arte. La Musica vince! E questa è una delle migliori creazioni della civiltà umana. Sfortunatamente, per tutto il tempo della sua esistenza, l’umanità ha creato non solo cose belle. E purtroppo oggi nel mio paese si sentono spari ed esplosioni. Ma l’Ucraina sicuramente vincerà questa guerra. Vincerà insieme al mondo libero. Vincerà grazie alla voce della libertà, della democrazia e, certamente, della cultura. Ringrazio il popolo italiano e i suoi leader che insieme all’Ucraina avvicinate questa vittoria. Auguro il successo a tutti i finalisti e dal profondo del mio cuore voglio invitare i vincitori di quest’anno a Kyiv, in Ucraina, nel Giorno della Vittoria. Nel Giorno della nostra Vittoria! Questa Vittoria oggi viene creata e ottenuta in condizioni estremamente difficili. Grazie ai nostri difensori! Grazie al loro coraggio, indomabilità, invincibilità. Centinaia di canzoni sono già state scritte su questo, e ne ascolterete una oggi. E sono sicuro che un giorno ascolteremo tutti insieme la nostra canzone della vittoria! Cordiali saluti Volodymyr Zelensky”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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