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‘Non tornerò più! ‘ Zucchero Fornaciari si scaglia contro il Festival di Sanremo, dichiarandolo una gara di animali da soma, priva di artisti che osano davvero.

In una lunga intervista ad Adnkronos, il cantautore emiliano toglie i sigilli e confessa quello che pensa sulla musica italiana di oggi.

Da Londra, dove sta partendo per il suo nuovo tour, Zucchero, nome d’arte di Adelmo Fornaciari, fa sapere che non metterà più piede a Sanremo.
Troppo politicamente corretto secondo lui.

Basta con sto Sanremo, ha sbragato!
E’ tutto politically correct, non c’è più un artista che osa come facevamo un tempo!

Ora noi non vogliamo entrare in argomenti spinosi, non è il posto adatto, ma se Zucchero dice che non ci sono cantanti che prendono posizioni, forse si è perso qualche edizione!

Mai come quest’anno i cantanti in gara hanno rischiato grosso per le loro dichiarazioni politiche, fatte anche grazie alla loro musica, forse Zucchero non ha ascoltato Ghali o Dargen D’Amico!

‘Siamo rimasti agli antichi Romani’ Zucchero non ha pietà per il festival

Ce l’ha con tutti Fornaciari, anche con gli spettatori della kermesse sanremese.

Al popolo piace, contenti loro, ma io lo trovo allucinante.
Che ci dovrei tornare a fare? Siamo rimasti indietro agli antichi Romani

E continua con le sue frecciate, usando il suo tipico linguaggio ironico e scanzonato che lo ha reso celebre.

Senza alcuna pietà paragona Sanremo a una gara di animali da soma, i cantanti sarebbero come cavalli che fanno a gara a chi arriva primo.
Un ippodromo insomma invece di un teatro.

Se il nostro soulman non sopporta la competizione tra canzoni e artisti, però qualche buona parola riesce a spenderla per le nuove generazioni.

Certo, non ci sono più le rockstar di una volta che portano la ribellione sul palco, dice (e anche qui, bisognerebbe chiedersi se il buon Zucchero abbia visto il Sanremo dei Maneskin), ma qualcuno che gli va a genio c’è.

‘Oggi la vera rivoluzione è la trap’ chi sono i preferiti di Zucchero

Addolcisce la pillola Fornaciari mentre parla degli artisti che gli piacciono.
Quando gli viene chiesto se dovrebbero esserci delle regolamentazioni sui testi troppo violenti scuote la testa.

La violenza nella musica e nell’arte non ha nulla a che vedere con la violenza che esce dalle bocche dei politici, quelli sì che fanno paura.

E scomoda addirittura De André, asserendo che anche lui sarebbe d’accordo nel lasciare libertà agli artisti di scrivere i loro testi, anche quelli più discutibili.
Poi fa un elogio agli artisti che ascolta di più.

I veri rivoluzionari di oggi non sono più le rockstar, ma i trapper.
Hanno un linguaggio diverso e ce ne sono alcuni con cui mi identifico per la novità che portano coi loro testi e la musica.

Nella sua playlist troviamo Salmo, Marrakesh e Blanco (ma allora lo guarda Sanremo! Eppure anche Blanco è un cavallo da soma!), che ritiene fantastici, con testi in cui si ritrova e con una musica ben orchestrata.

Mica male, detto da un uomo di blues della risma di Zucchero!

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