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Michel Bravi da pelle d’oca nel corso della terza puntata del Festival di Sanremo 2022: non solo per l’interpretazione intensa di ‘Inverno dei fiori‘, ma anche per le parole riservate a Drusilla Foer, co-conduttrice al fianco di Amadeus. Michele è artista di poche parole, ben misurate, sempre tanto garbate quanto mai scontate, a tratti dolcemente potenti. Sarà perché dietro a quel viso d’angelo si cela una storia infernale, che ha segnato per sempre la sua esistenza (su questo ci torneremo dopo). E per questo di fare retorica non ne ha voglia, anzi, non ne è capace. Così, quel che afferma, lo si deve ascoltare con attenzione, perché non c’è alcuna patina di ipocrisia o di circostanza. Insomma, il ‘tanto per dire’ con Bravi non esiste. Ma cosa ha detto a Drusilla?

“Sono felicissimo che sei qua, la tua presenza racconta proprio la meritocrazia”. Questo è ciò che ha detto in un flash per nulla programmato a Drusilla, dopo essersi esibito. Foer lo ha accarezzato teneramente avendo compreso pienamente il significato delle sue parole e il motivo di un simile complimento in mondovisione. Dal canto suo Amadeus, maestro televisivo, ha lasciato scorrere fluidamente l’episodio, senza interromperlo e senza nemmeno chiedere altro. Chapeau! In casi simili, c’è soltanto da ascoltare, senza prendersi la scena con domande barbose. Ma perché Bravi si è sbilanciato in quel modo?

Perché in Drusilla vede un simbolo di libertà e appunto meritocrazia. Per chi non lo sapesse Foer è un ‘en travesti’, il cui nome all’anagrafe è Gianluca Gori (nato a Firenze, classe 1967). Ma cosa significa ‘en travesi’? Non si tratta ne di un trans, né di un ‘travestito’, tantomeno di una drag queen. Semplicemente è un personaggio che sul palco o davanti alla telecamera viene interpretato da un artista di sesso opposto: Gianluca è un uomo, Drusilla una donna che scompare quando Gori si toglie il trucco dal volto e i tacchi.

Ebbene, Bravi, che da sempre non ama etichette e categorizzazioni, ha voluto sottolineare che, seppur in Italia ci sono ancora molti pregiudizi e pensieri retrogradi, c’è anche chi ha vinto le discriminazioni, riuscendo a imporsi e ad arrivare in alto per meriti propri. Indirettamente le sue parole hanno anche dato valore alla scelta fatta da Amadeus che ha voluto Foer sul palco. Per quel che concerne l’orientamento di Michele, lui stesso, in un’intervista rilasciata a Vanity Fair, si è così espresso:

“Non vorrei usare etichette, appartengono alle vecchie generazioni e discendono da un modo di ragionare che considero superato e anche un po’ discriminatorio. Preferisco parlare di relazioni fluide. I miei fan, quando gli ho detto che il nuovo disco avrebbe parlato di una storia d’amore, non mi hanno chiesto se si trattava di un uomo o di una donna, e il linguaggio amoroso oggi sul web usa frasi come “sei la mia persona”. Non ho bisogno di fare coming out perché nessun giovane si stupisce che mi sia innamorato di un ragazzo, e penso che nessuno dei miei coetanei si tirerebbe indietro se gli capitasse di provare un’emozione per una persona dello stesso sesso”.

Michele Bravi, l’incidente e l’inferno

Il 22 novembre 2018 la vita di Michele Bravi è stata sconvolta: a Milano, il cantante rimase coinvolto in un incidente stradale che causò la morte di una motociclista di 58 anni. Dopo la tragedia, gli impegni previsti del cantante vennero annullati.

Secondo le indagini preliminari Bravi fece un’inversione vietata per immettersi in una via nel senso di marcia opposto. Venne così accusato di omicidio stradale e rinviato a giudizio nel luglio 2019. Nel corso dell’udienza preliminare del 23 gennaio 2020, il cantante, tramite i suoi legali, fece richiesta di patteggiamento per un anno e sei mesi di reclusione con sospensione della pena e non menzione nel casellario giudiziale. Il GUP di Milano accettò la richiesta degli avvocati.

L’artista sparì naturalmente dalle scene musicali per mesi. Quando tornò, con la sua inconfondibile sensibilità, fece capire da aver attraversato l’inferno emotivo. “La mia vita a un certo punto ha subito uno strappo e il buio è arrivato davanti ai miei occhi in maniera violenta: avevo perso contatto con il reale“, spiegava a Verissimo, aggiungendo di aver iniziato un importante percorso di terapia per superare il trauma.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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