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Oggi è giornata di sciopero in Rai, dopo alcune limitazioni impartite dai vertici (e dal governo) a livello di comunicazione, soprattutto sugli argomenti politici. Molti giornalisti, anche dei Tg, hanno deciso di aderire per dire stop ad una situazione che sembra molto simile a quella del passato.

Qualche giorno fa è stato annunciato lo sciopero a cui doveva partecipare la maggior parte dei giornalisti. Anche se poi oggi qualcosa è cambiato. Infatti l’edizione del Tg delle 13.30 su Rai 1 e Rai 2 è andata comunque in onda, con servizi molto più lunghi e un format inedito rispetto al solito. Poiché c’è stato qualche conduttore che ha deciso di non aderire allo sciopero.

Usigrai aveva diffuso il comunicato qualche giorno fa, annunciando che ci sarebbe stata questa giornata di protesta. Seppur da una parte l’informazione non sarebbe stata garantita, lo scopo si è presentato sin da subito ammirevole.

Ciò che lamentano i giornalisti della Rai è il sovraccarico di lavoro, in quanto l’azienda, ormai da anni, non indice concorsi pubblici per assumere nuove leve. Vorrebbero più dignità per il lavoratore, ma non solo. Nel comunicato si legge anche che: da quando c’è il nuovo governo, l’informazione non è più libera come prima. Secondo loro non c’è più una comunicazione oggettiva che permette ai cittadini di capire effettivamente come stanno andando le cose.

Dunque in molti hanno deciso di aderire allo sciopero, scusandosi con i telespettatori. Questa mattina si è svolta una conferenza stampa tra gli scioperanti e in molti hanno protestato per il trattamento ricevuto dai vertici nell’ultimo anno.

In particolare la giornalista Enrica Agostini, ha confessato che non c’è più libertà nemmeno nell’intervistare i politici di destra e questa cosa non era mai successa prima. Questa limitazione del diritto di cronaca è qualcosa che non accadeva dal ventennio fascista.

Quella che sta succedendo in Rai, succederà a cascata in tutti gli altri posti. Purtroppo ora la politica non vuole più il confronto con le domande. Noi non facciamo più domande, mandiamo dei video autoprodotti di pura propaganda. E questo succede con la destra, non succede con la sinistra, a cui riusciamo ancora a fare delle domande“.

Lo sciopero di aprile

Già il 17 aprile scorso era stato annunciato un altro sciopero con motivazioni simili. Poco dopo che è scoppiato il caso Scurati, i giornalisti Rai hanno letto un comunicato stampa dove chiarivano cosa non stesse più andando bene.

Secondo molti professionisti la tv di Stato sta diventando “un megafono della maggioranza del governo“. Ciò non permette più una libera informazione.

Insomma sembra proprio un de-ja-vù, ma nel frattempo sono passati molti più anni e c’è molta più consapevolezza rispetto al passato. Mentre si è fatto fatica anni fa a lottare per la libertà di stampa, oggi c’è chi ci crede e decide di scioperare in nome di quel diritto che non deve essere mai più calpestato.

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