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In una lunga intervista rilasciata al settimanale Intimità Orietta Berti ha parlato dei problemi dell’Italia al giorno d’oggi. Per la nuova Coach di The Voice Senior sono principalmente due: il lavoro che non c’è e il reddito di cittadinanza.

Secondo la cantante manca l’occupazione concreta tra i più giovani e il reddito di cittadinanza non è di certo una soluzione. Orietta Berti ha fatto addirittura un appello al premier Mario Draghi:

“Adesso Draghi promette che ci saranno maggiori controlli, ma c’è gente che se n’è approfittata. Dovevano indagare prima invece sono stati dati soldi a gente che non ne aveva bisogno. La verità è che dobbiamo tirarci su le maniche e lavorare”

L’interprete, 78 anni, ha aggiunto:

“Il lavoro ci fa sentire più forti, più onesti, ci dà dignità. Io non prenderei mai dei soldi per stare seduta su una poltrona a guardare la televisione dalla mattina alla sera. Ma che roba è questa? Un problemone di sicuro”

Anche Claudia Gerini contro il reddito di cittadinanza

Nei giorni scorsi un’altra Vip di casa nostra si è schierata contro il reddito di cittadinanza: l’attrice Claudia Gerini. Protagonista di tante fiction e film la 49enne ha etichettato questa misura del governo come una “paghetta”. Per la Gerini questo sussidio statale spinge le persone a restare a casa anziché a spingerle a cercare lavoro.

Claudia ha raccontato che molti ristoratori e imprenditori con i quali ha un contatto diretto le hanno confidato che le persone non vanno a lavorare perché hanno il reddito di cittadinanza. Per l’ex ragazza di Non è la Rai i requisiti per accedere al reddito, così come i controlli, dovrebbero essere più rigidi.

La maxi truffa sul reddito di cittadinanza

Il parere di Orietta Bierti e Claudia Gerini è arrivato all’indomani della maxi truffa da 60 milioni di euro – sventata dalla Guardia di Finanza – con 9 mila persone denunciate e 16 finite in manette. Una banda di romeni, insieme ad alcuni cittadini italiani (in parte complici o semplicemente vittime di estorsioni), si recava nei centri di assistenza fiscale (Caf) abilitati alle pratiche per il sussidio.

A quel punto presentavano le richieste e i codici fiscali di 9mila cittadini romeni, la maggior parte dei quali non aveva nemmeno mai messo piede in Italia, sostenendo però che queste persone esistessero e vivessero nel Paese da almeno 10 anni.

Dall’altra parte, o il responsabile dell’ufficio faceva finta di niente, intascandosi il compenso di 10 euro riconosciuto loro dall’Inps per ogni pratica, oppure se si ribellava diventava oggetto di minacce ed estorsioni da parte dei membri della banda. Inviate le ‘pratiche’, altri complici si recavano poi alle Poste per ritirare le card su cui venivano erogati i fondi.

Antonella Latilla

Per info email: [email protected] instagram: cheloidea21

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