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OLIMPIADI DI LONDRA – Le Olimpiadi di Londra 2012 passeranno alla storia come le Olimpiadi delle donne e dei social network. Nessuno, però, si aspettava che una ragazzina cinese di appena sedici anni Ye Shiwen fosse più veloce degli uomini nè che Pechino la difendesse dalle accuse di doping attraverso internet. E nessuno avrebbe mai immaginato che ai tempi di internet un atleta sarebbe stato squalificato per dei messaggi pubblicato su Twitter, che dei giornalisti sarebbero stati cacciati per dei tweet ostili alla tv americana Nbc, e poi frettolosamente reintegrati e che un tifoso sarebbe stato arrestato per aver offeso un campione. Pregi e difetti del mondo dei social network.

ATLETI CACCIATI E TIFOSI ARRESTATI  Michel Morganella è stato cacciato dalla delegazione della Svizzera alle Olimpiadi per un insulto razzista su twitter. Lo rivela il sito 20min.ch che per primo ha scoperto il tweet dell’atleta. Il calciatore del Palermo con la cresta da mohicano dopo il ko per 2-1 con la Corea del Sud si è sfogato malamente su Twitter, scrivendo in verlan, una particolare forma di linguaggio gergale francese. Morganella, fischiato durante il match per aver simulato un fallo, ha twittato: “Je fonsde out les coreen allez sout vous lebru ahahahahahah deban zotre” cioè “Voglio dare fuoco a tutti i coreani, bruciate tutti mongoloidi”. Inutili le scuse (“Mi spiace per quello che ho appena scritto, ero preso dalle emozioni. E mi scuso per il mio comportamento”). Non è andata meglio a un giovane diciassettenne britannico che è stato arrestato dalla polizia di Dorset in Inghilterra dopo aver inviato su Twitter un messaggio di cattivo gusto a un atleta britannico. Dopo la sconfitta del duo Tom Daley – Pete Waterfield alle Olimpiadi nella prova di tuffi sincronizzati, @Rileyy_69, ha inviato un messaggio a Tom Daley: “Oggi hai deluso tuo padre. Immagino che tu sappia di cosa sto parlando”. L’atleta gli ha risposto “Dopo aver dato tutto… Sei un idiota a scrivermi questo”. Il messaggio inviato a Daley, scrive Le Figaro, ha suscitato vive reazioni sul social network. Il padre dell’atleta è morto per un cancro al cervello nel 2011. Prima dei Giochi di Londra, Daley aveva dichiarato che suo padre gli “aveva dato l’ispirazione di cui aveva bisogno” e che avrebbe vinto in suo onore.

IL POTERE DEI SOCIAL NETWORK – Gli atleti ma anche i tifosi pagherebbero l’ingenuità con cui usano i social network. La Papachristou, triplista greca cacciata dal Villaggio Olimpico per un tweet razzista a luglio, usava i new media da pochi giorni, ignara della differenza tra casa propria, Internet, il mondo. Insomma, prima di scrivere qualsiasi pensiero sui social network, pensateci bene. Potrebbe costravi caro.

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