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Noi è giunta alla fine della messa in onda su Rai Uno, ottenendo risultati tiepidi. Parlare di flop sarebbe fuori luogo, ma lo sarebbe anche parlare di grande successo. La serie tv (remake italiano di This is us), nelle due puntate d’esordio, aveva ottenuto il 18.7% di share, venendo seguita da quasi 4 milioni di spettatori. Nei successivi appuntamenti ha perso un poco di pubblico, conquistando in media 3.4 milioni di utenti e stabilendosi sul 16% di share. Da sottolineare che il prodotto firmato Rai e Cattleya è sempre stato trasmesso nel prime time della domenica, una fascia piuttosto ostica. Nonostante ciò ha sempre vinto la prima serata. In sintesi non si è trattato di un fallimento ma, guardando ai numeri di altre fiction dell’ammiraglia della tv di stato, non c’è nemmeno stato il cosiddetto “botto”. Al netto di tutto ciò, ci sarà una seconda stagione oppure il progetto verrà archiviato?

Noi: ci sarà una seconda stagione su Rai Uno?

Sandro Petraglia, sceneggiatore della fiction assieme a Michela Straniero e Flamina Gressi, è stato raggiunto da Fanpage.it ed ha spiegato quali sono le ipotesi sul tavolo circa la realizzazione di una seconda stagione. “La nostra idea – ha raccontato – era di andare avanti, nella prima stagione non si chiudono alcune storie, ovviamente la palla è in mano alla Rai. L’ascolto non ha premiato Noi, il mio augurio è che la Rai si renda conto di avere in mano un progetto di grande qualità per cui visto che fa tanti ascolti e anche grazie a  tante cose scritte da noi, può permettersi di farne uno con un ascolto un po’ inferiore”.

Al momento, quindi, pare che la Rai non sia troppo propensa a confezionare un’altra stagione della serie tv. Tuttavia i vertici di Viale Mazzini ci ragioneranno sopra nei prossimi mesi per capire se sarà il caso di azzardare con nuovi episodi oppure no. Quel che è certo è che Petraglia già saprebbe quali filoni narrativi andare a sviluppare assieme ai suoi colleghi, qualora ci sia il via per una seconda stagione. Naturalmente ci sarebbero parecchi cambiamenti rispetto alla serie americana visto che negli episodi statunitensi, a un certo punto, si innesta la predominanza della guerra del Vietnam, tema piuttosto lontano rispetto alla cultura e alla storia italiana

“Nelle stagioni successive americane  – ha rilevato Petraglia – c’è una grande predominanza della guerra in Vietnam, con molte cose e scene legate alla guerra. Sono cose che noi non possiamo avere, e già su quelle noi provavamo ad ipotizzare dei cambiamenti. Se ci fanno andare avanti potremmo migliorare. E penso che un miglioramento potrebbe esserci anche per il discorso delle fasce temporali, perché può darsi che sia stato difficile comprendere quella dinamica. Questa è una considerazione che faccio, una critica a me stesso”.

Noi e le differenze con This is Us

This is Us è una delle serie più apprezzate nel mare magnum delle serie tv. Farne un remake italiano è stato assai complesso, sia sul fronte scrittura sia sul fronte aspettative nutrite dal pubblico. Da sempre i telespettatori guardano con diffidenza la “copia” rispetto all'”originale”. Petraglia, in merito alla questione, si è espresso così:

“Sì, era la sfida maggiore del progetto. La serie americana era molto nota, con grandi appassionati. Una serie di un gran livello di scrittura e di messa in scena. Per quello che riguarda la scrittura abbiamo cercato di lavorare soprattutto sul linguaggio. Siamo stati attenti ad evitare modi di dire americani e abbiamo cercato di personalizzare i dialoghi dando un ritmo italiano al parlato, anche se molti sono stati totalmente riscritti o inventati da noi. […].

“La mia sensazione è che una parte di chi aveva visto This is Us non ha voluto vedere la versione italiana. Magari nella certezza che sarebbe stata peggiore dell’originale. Però credo che proprio una parte di quel pubblico l’abbia vista su RaiPlay, almeno dalle notizie che mi arrivano in maniera informale. Non è quindi lo zoccolo duro della prima serata di Rai1”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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