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Quando si parla di pop punk italiano, non si può non citare Diego Caterbetti, meglio conosciuto come Naska, uno dei promotori di questo genere musicale. Dagli inizi come rapper in un piccolo paese di 800 abitanti, passando per la partecipazione sfiorata ad Amici, Naska si è raccontato in una lunga intervista al Corriere.

Naska e la possibilità di partecipare ad Amici

Quando si trasferì a Milano, la carriera musicale di Naska andò incontro ad importanti cambiamenti. Non solo la proposta da parte di un’etichetta discografica, ma anche la possibilità di partecipare al talent di Maria De Filippi. Il cantautore, tuttavia, sentì che non era la scelta giusta: “Era un talent che non mi rispecchiava, avrei dovuto cambiare i testi delle mie canzoni e ripulire il mio personaggio. In quel periodo dormivo sui divani degli amici, ma ho detto ‘fanc*lo, non me ne frega dei soldi. Ci metterò di più, ma faccio come voglio io’“.

Naska ha poi parlato della sua bellezza come un’arma a doppio taglio, approfondendo le motivazioni che lo spinsero a rifiutare il talent di Canale 5: “Ho rifiutato Amici anche per questo, puntavano più sul mio aspetto che sulla musica e questa cosa mi faceva rimanere malissimo, come se il messaggio fosse ‘canta quel che ti pare tanto hai una bella faccia’“. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda la partecipazione al Festival di Sanremo, dove il cantante non ha escluso il possibile approdo in futuro. Qualora dovesse andarci, però, lo farà a modo suo: “Con i miei tatuaggi, come sono in copertina al disco“.

Naska: il trasferimento a Milano e la costruzione di una routine

Sono tanti i giovani che si identificano nella musica di Naska, che nei suoi testi racconta di ragazze, di nottate passate a far festa, di rabbia e di non voler omologarsi. Dopo un’estate ricca di concerti, il 29 settembre uscirà l’edizione deluxe del suo album Nella mia stanza. Recentemente ha collaborato con il gruppo La Sad, altro gruppo appartenente al genere punk, per il singolo Summersad 4.

I primi anni a Milano, inoltre, hanno permesso al giovane cantautore, attraverso lo svolgimento di diversi lavori (venditore, commesso, lavoro in ufficio), di costruirsi una routine che adesso utilizza nella musica: “Mi sveglio e lavoro alle canzoni, facendo pausa pranzo in mezzo. Mi tengo il sabato sera per fare schifo. Sono un anarchico, ma senza dare fastidio a nessuno“.

All’interno dell’intervista, per Naska c’è stato modo di parlare della sua infanzia, anch’essa caratterizzata dalla musica. Il cantautore ha raccontato di essere cresciuto con la passione degli strumenti musicali, nutrendo il desiderio di far parte di una band sin da giovanissimo. Tra i suoi miti musicali, ha spiegato, i Sum 41 e i Blink-182, nonché grandi esponenti del punk rock, ma anche icone come Kurt Cobain, di cui Naska ha letto anche i suoi diari.

Luca Fabbri

Nato nel 1999, vive a Roma. Laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza con una tesi sulla fiction Rai, è specializzato in video – editing e sceneggiatura. Negli anni ha coltivato altri interessi come l’editoria online, la grafica e la regia. Curiosità e senso del dovere sono il binomio che più lo contraddistingue.

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