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Flavio Insinna ha chiesto scusa ai suoi telespettatori per la gaffe fatta durante la puntata di Natale de L’Eredità, andata in onda il 25 Dicembre per l’appunto. In quell’occasione il conduttore di Rai 1 aveva formulato una domanda ai concorrenti con datazione sbagliata su Camillo Benso di Cavour.

Nel particolare, il quesito chiedeva con quale frase il Conte aveva avvertito l’ambasciatore piemontese che Garibaldi fosse entrato a Napoli nel 1869. In realtà, nella formulazione della domanda c’è stata una discronia perché nel 1861 Camillo Benso era già morto. La frase dunque risale al 1860.

Non è la prima volta che L’Eredità o i suoi conduttori incappano in questi curiosi errori. L’ultimo è stato subito segnalato dagli utenti sui social media, che hanno prontamente evidenziato la gaffe nella formulazione della domanda. In ogni caso, la risposta è abbastanza celebre. Camillo Benso Conte di Cavour aveva mandato un telegramma all’ambasciatore piemontese in Francia in data 7 settembre 1860 in cui aveva scritto: “I maccheroni sono cotti e noi li mangeremo”.

Detto fatto, Flavio Insinna ha provveduto subito a scusarsi e sicuramente i telespettatori gli perdoneranno la gaffe “storica”.

Flavio Insinna, la polemica sulla caccia

In ogni caso, per Flavio Insinna non c’è pace. Infatti nella puntata de L’Eredità di domenica 27 dicembre il conduttore di Rai 1 ha pronunciato una frase durante la ghigliottina che non è piaciuta a molti: “Io sono totalmente contrario alla caccia, lo dico”.

L’esclamazione ha provocato la reazione del presidente di Federcaccia, Massimo Buconi che ha provveduto subito a scrivere una lettera pubblica in cui ha sottolineato la presenza di commenti discriminatori e offensivi nelle frasi pronunciate da Insinna che ledono la dignità di un’attività e di chi la pratica pienamente conforme e normata dalle leggi dello Stato Italiano. Inoltre, Buconi ha accusato Flavio di aver approfittato della sua notorietà e dell’assenza di contradditorio sulle opinioni espresse.

“Il comportamento di Insinna, non nuovo a questo genere di interventi, è reso ancora più grave per essere messo in atto approfittando della propria notorietà attraverso un mezzo, quello televisivo, che gli garantisce ampio seguito e l’assenza totale di un contraddittorio sulle opinioni espresse in merito alla caccia e ai cacciatori, denigratorie di una categoria di cittadini che esercita una attività pienamente legittima, prevista e normata dalle leggi dello Stato.”

La polemica potrebbe anche ripercuotersi legalmente. Inoltre, Massimo Buconi ha chiesto ai cacciatori e alle loro famiglie di non guardare più L’Eredità, preferendo altre marche pubblicizzate dal gioco:

“Tutti i nostri iscritti e i cacciatori italiani e le loro famiglie a non seguire più ”L’Eredità” e a preferire altre marche rispetto a quelle pubblicizzate prima, durante e immediatamente dopo il gioco”.

Nel frattempo molti si sono schierati dalla parte di Insinna e del programma. Tra questi diverse associazioni come l’Enpa, Ente nazionale per la protezione degli animali e Greenpeace. Ma anche Rita Dalla Chiesa, che ha lanciato l’iniziativa di creare l’hashtag #iostoconflavioinsinna, già virale sul social.

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