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In questi giorni l’Italia è stata scioccata dal caso di cronaca nera di Giulia Tramontano, giovane 29enne incinta uccisa dal suo compagno Alessandro Impagnatiello, barman di origini campane che abitava con la vittima a Senago (Milano). Il ragazzo, reo confesso, si trova in carcere a San Vittore dopo aver ammesso di aver compiuto l’omicidio. Nel corso dell’interrogatorio in cui è capitolato, dopo aver provato a dire una serie di bugie presto smentite dagli investigatori, ha dichiarato di aver ammazzato la fidanzata a coltellate perché stressato (il barman intratteneva una relazione parallela con una collega di lavoro). Sulla vicenda ha voluto dire la sua anche Pupo, al secolo Enzo Ghinazzi.

Il cantante ha scritto una lettera a Dagospia. Lettera controversa, per non dire scioccante. Il musicista aretino si è paragonato ad Impagnatiello per via della duplice relazione sentimentale che intrattiene da anni con la moglie e la compagna (esatto, per chi non lo sapesse Pupo da parecchio tempo, con il benestare delle due donne, vive una doppia love story).

Anche io, come Alessandro Impagnatiello, sono un po’ stressato dalla gestione di due rapporti sentimentali che durano da trentacinque anni, ma voglio tranquillizzare tutti e soprattutto le mie due donne, mia moglie Anna e la mia compagna Patricia, non ho intenzione di uccidere nessuno”. Questo l’esordio della lettera stilata da Ghinazzi. Paragonarsi ad Impagnatiello pare alquanto azzardato, per usare un eufemismo, fuori luogo e surreale. Forse bisognerebbe spiegare a Ghinazzi che ci sono diverse persone che intrattengono relazioni clandestine o che hanno una doppia vita. Ciò però cosa c’entra con il paragonarsi ad un omicida che ha ucciso la compagna mentre era incinta? Cosa c’entra lo stress?

Dopodiché Pupo ha proseguito con un ragionamento più o meno condivisibile, provando a tratteggiare alcuni mali oscuri che permeano la società di oggi, in particolare quella formata dai giovani:

“Questa vicenda non è solo la tragedia che coinvolge due povere famiglie, ma è il dramma di una generazione di ragazzi che non sanno più sopportare niente. È il risultato del vuoto e dell’ ipocrisia della società in cui viviamo. Un contesto folle ed assurdo in cui il vero e il falso si sono mischiati al punto da non poterli più distinguere. C’è chi sbraita e urla che bisogna urgentemente trovare una soluzione, affinché fatti del genere non accadano più. Ma in che mondo vivono questi? È come dire che non ci devono essere più le guerre e che le persone devono smettere di odiarsi e di ammazzarsi fra di loro! Che ca**o vuole dire? Non è così che si educano e si formano le nuove generazioni! Lo sappiamo benissimo che la vita è una sfida, una lotta cruenta, una guerra quotidiana e che nessuno ti regala mai niente ed è questo che dovremmo comunicare ai ragazzi. A questi “poveracci” sempre più smarriti e disperati che, di fronte al primo problema, al primo ostacolo, si arrendono e perdono la testa”.

Altro passaggio controverso è quello relativo al fatto che i ragazzi di oggi, secondo Pupo, al primo ostacolo perdono la testa. Davvero è così? Non è questa la sede per avventurarsi in un discorso sociologico, m generalizzare una vicenda complessa come quella di Giulia Tramontano con un i “ragazzi di oggi sono smarriti e quindi perdono la testa” appare piuttosto fuorviante. Bisognerebbe anche spiegare a Ghinazzi che molti femminicidi sono commessi da persone che sono già ben al di là della soglia della giovinezza.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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