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Tempo di bilanci, riflessioni e confidenze per Enzo Iacchetti che a breve, il prossimo 31 agosto, taglierà il traguardo dei 70 anni. La sua storia inizia da lontano, cioè da quando abbandonò il posto sicuro in una agenzia di viaggi per tentare l’avventura sui palchi della comicità. Altri tempi, altri mondi: eppure la voglia di misurarsi con se stesso e di tentare di realizzare i propri sogni Iacchetti non l’ha mai persa. Con la perseveranza, il talento e la tempra che spinge a rialzarsi anche quando si cade, si può fare molta strada e superare parecchi ostacoli, anche la timidezza che spesso paralizza e mette i bastoni tra le ruote.

Ero timidissimo, parlavo pochissimo, ma un regista del mio paese stava preparando uno spettacolo e chiese a mio padre se poteva prendermi per una parte da muto. Gli fu dato il consenso e mi ritrovai sulla ribalta. La sopra cominciai a chiacchierare, non riuscivo a stare zitto. Mi piaceva quel posto: fu una folgorazione”, ha raccontato ‘Enzino’, confessandosi in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Il vero cammino verso i riflettori e il successo iniziò però nel leggendario Derby di Milano, fucina di talenti e di sperimentazioni. E pensare che Iacchetti aveva un bel posticino in un’agenzia di viaggi, uno stipendio sicuro. Ma non gli bastava. Meglio guadagnare meno e provare ad avventurarsi per dare concretezza al sogno:

“Mi licenziai io, con degli amici lavoravamo per una radio libera, dove guadagnavo la metà dello stipendio in agenzia, ma mi divertivo di più. A fine 1978, dopo la gavetta nei night, approdai al Derby, un’università a numero chiuso, ti insegnava ad affrontare ogni tipo di pubblico. Però le esibizioni duravano fino alle 4 del mattino! Se eri fortunato ed eri tra i primi, ok, ma se ti capitava l’ultima ora beh… era dura far ridere il pubblico rimbambito dal sonno e dall’alcol”.

Non solo comicità ma anche musica. Iacchetti infatti oltreché far ridere voleva suonare. E aveva i propri esempi in due miti che portano il nome di Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci:I miei idoli: Gaber, che era musica e teatro, e Jannacci per la musica. Non ho frequentato scuole di recitazione o musicali, ho cercato di imparare da loro, senza copiare. Da Gaber il suo rigore, una religione per me: se fossi stato una donna, l’avrei voluto sposare. Jannacci mi affascinava per il suo modo di essere surreale”.

Per molto tempo ‘Enzino’ ha pure coltivato il sogno di salire sul palco più importante della musica italiana, l’Ariston, altrimenti detto quello del Festival di Sanremo. Peccato che non ci sia mai riuscito. Ora si è messo il cuore in pace e ci scherza su, lanciando un messaggio ad Amadeus: “Io canto bene e ho tentato tante volte di propormi, ma sono sempre stato bocciato. E ora dico ad Amadeus: stai tranquillo, ho deciso di non provarci più”.

Capitolo Striscia la Notizia che lo ha consacrato. Dietro al bancone ideato dal vulcanico Antonio Ricci ci sta dal 1994, in coppia fissa con Ezio Greggio. Quel che si dice corrisponde a verità? Davvero con il collega, in così tanti anni di rapporto professionale, non ha mai litigato? Dopotutto anche nelle ‘coppie’ più affiatate qualche attrito ogni tanto affiora. Loro fanno eccezione:

“Siamo una coppia di fatto e, giuro, non abbiamo mai litigato, perché dotati entrambi di un notevole senso dell’ironia e godiamo di reciproca stima. Fare satira non è sempre facile…”.

No, non è per nulla una passeggiata fare satira visto che le querele fioccano come se un domani non ci fosse: “Io, come conduttore credo di averne ricevute almeno una decina. Antonio Ricci, più di cento. Per non parlare dei tapiri sbattuti in testa al povero Staffelli! Riprenderemo a fine anno, ma io farò solo due o tre mesi, perché ho la mia tournée teatrale cui non rinuncio”.

Spazio infine a un rimpianto riguardante l’ambito familiare: “Non aver parlato mai con mio padre, non andavo mai a trovarlo: avevo 21 anni quando è morto a soli 57 anni e vivo ancora questo senso di colpa”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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