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Addio a Michela Murgia, scrittrice scomparsa giovedì sera a 51 anni. Un carcinoma renale al quarto stadio le è stato letale. Nel pomeriggio di sabato 12 agosto si sono celebrati i funerali nella Chiesa degli Artisti, a Roma. Fuori dalla struttura ecclesiastica è stata gettata per terra, senza custodia, la corona di fiori inviata dal Comune della Capitale, il cui sindaco è Roberto Gualtieri. Non una svista ma un atto voluto dalla stessa Murgia, come hanno spiegato i suoi amici.

L’accesso in chiesa era previsto solo per le composizioni vegetali con mirto, carciofi, peperoncini, limone, secondo le volontà della scrittrice sarda che aveva reso noto di non volere assolutamente fiori, soprattutto quelli provenienti dalle istituzioni del Paese. Ecco spiegato perché la corona inviata dal sindaco Gualtieri, così come i cuscini mandati dalle altre autorità italiane, sono stati spediti indietro non venendo accolti.

I presenti ai funerali della scrittrice

Concluse le esequie, celebrate da don Walter Insero, un lunghissimo applauso ha salutato per l’ultima volta la scrittrice. Il battito di mani interminabile è stato accompagnato dalle note di Bella. Tanti i volti noti che, tramite la loro presenza, hanno voluto omaggiare la scrittrice ai funerali: Concita De Gregorio, Marco Damilano, Chiara Valerio, Elly Schlein, Sandro Veronesi, Paolo Virzì, Lella Costa, Francesca Pascale, Paola Turci, Chiara Tagliaferri, Roberto Saviano, Nicola Fratoianni.

Le parole di Roberto Saviano

“Ha subito dossieraggio da giornali infami. Non voleva restassimo soli”, ha dichiarato Roberto Saviano, scrittore e amico tra i più stretti della Murgia. L’autore di Gomorra ha anche sorretto la bara di Michela. “Sono le parole più difficili della mia vita. Michela – ha aggiunto Saviano – voleva che questa giornata fosse per tutti. Sembrava suonasse quando batteva sui tasti. Per Michela la condivisione era il senso di tutto. Quando le cose non andavano lei ti diceva: ‘non stare solo, vieni qui’. Le scelte di Michela possono essere sintetizzate in: non essere soli, non lasciare soli. Michela ha protetto tutti fino alla fine, anche nei momenti dolorosissimi della fine”.

E ancora:

“Lei è stata abile a non far sentire il dolore delle sue scelte di lotta. Ci siamo conosciuti e uniti non per quello che abbiamo fatto, ma per quello che ci hanno fatto. In questo paese è stato possibile che si considerasse una scrittrice, intellettuale attivista come una nemica politica. Michela ha voluto stare accanto a me nei processi che mi hanno riguardato. Voglio darle tutta la mia gratitudine: durante la notte e i pomeriggi difficili, Michela c’era. ‘Abbi fiducia in chi ci legge e capisce’, diceva. Quelli che hanno fatto davvero del male a Michela sono quelli che avevano un piede qui e un piede lì, quelli che stavano a metà per convenienza. Sono loro ad aver reso la sua vita difficilissima. Michela sceglieva, perché il silenzio di fronte all’orrore l’avrebbe resa infelice. Scegliere è l’unica cosa che la faceva sentire in asse con sé stessa”.

Il discorso dello scrittore è stato accolto con un lungo e sentito applauso.

Chiesa gremita, malori e svenimenti per il caldo

Malori e svenimenti per il caldo in una Piazza del Popolo gremita. Impossibile riuscire ad accedere all’interno della Chiesa strapiena. Sono state circa mille le persone che si sono ritrovate davanti la Chiesa degli Artisti. Chi si è sentito male per le alte temperature è stato prontamente dai sanitari del soccorso del 118.

Uomo inveisce contro la folla

“Comunisti di m***a, viva la Meloni”. Questi gli urli di un uomo di circa 50 anni indirizzati alla folla assiepata davanti alla chiesa. L’uomo è stato poi avvicinato dagli agenti di polizia che l’hanno invitato alla calma e l’hanno placato.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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